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Licari: “L’Inter ha un vantaggio tecnico e psicologico ma c’è una rivale molto credibile”
Il giornalista Fabio Licari sostiene che gli avversari più forti dei nerazzurri possano essere loro stessi.
Fabio Licari sulla Gazzetta dello Sport ha analizzato lo stato dei lavori delle big di Serie A a poco più di un mese dall’inizio del campionato. “L’anti Inter più credibile può essere l’Inter stessa. Ha un vantaggio tecnico, psicologico e caratteriale che non può essere cancellato d’improvviso. Il mercato, dall’idea Kim a Zielinski, sta offrendo a Inzaghi le pedine indispensabili per completare un nuovo mosaico scudetto con vista sull’Europa. Se si escludono Atalanta (Gasperini) e Roma (De Rossi), le altre di vertice hanno tutte cambiato allenatore e servirà tempo per assimilare le novità. Però Conte rilanciò la Juve dal nulla, aprendo con uno scudetto impensabile un ciclo altrettanto incredibile. I ribaltoni sono improbabili, ma succedono. Oggi, aspettando la fine del mercato, il rivale sembra da individuare tra Milan, Juve, Atalanta e Napoli. Non necessariamente in quest’ordine. Con la Roma a ruota”.
Sui rossoneri
“Secondo nell’ultima A, il Milan merita un’apertura di credito non illimitata. Il cambio è stato drastico. Fonseca nel Lilla ha proposto un 4-2-3-1 di possesso e controllo, molto meno verticale dell’ultimo Pioli. Dall’Europeo arrivano belle notizie su Maignan e Theo, vedremo se saranno stanchi. I problemi sono altri. Servono un esterno destro, un centrale, un mediano e un centravanti, non poco per un giudizio serio oggi. Emerson Royal non è un fenomeno, ma può essere utile. Pavlovic era discontinuo, sta crescendo. Fofana in mezzo smazzerà quintali di lavoro, resta il dubbio che, dopo Tonali (e Ibra…), non ci sia più il leader che prende il timone nella tempesta. Il 9 non può essere in dubbio tra il movimentista Zirkzee e la boa Lukaku. La virata su Morata — quasi una via di mezzo — è interessante, a patto di ricordarsi che non è uno da 20 gol e nella Spagna fa figura con due ali che puntano l’uomo e mezzali trequartisti che entrano nei suoi spazi (Pedri, Olmo). Promettevano bene i giovani Simic e Jimenez: forse è l’ora. E poi Camarda: sperando cresca in pace, nell’interesse dell’Italia, senza etichettarlo nuovo Yamal, un po’ di spazio gli farà bene”.
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