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Esclusiva, Gian Luca Rossi: “L’Inter è cambiata ma alla fine conta lo scudetto”


L’Inter sfida se stessa per raggiungere l’obiettivo della seconda stella e spegnere le critiche. Ne abbiamo parlato con chi vive il nerazzurro ogni giorno, senza isterismi ma con grande passione.

Gian Luca Rossi, giornalista sportivo e presentatore televisivo, non è solo il volto di Telelombardia e del programma Qsvs. Si tratta piuttosto di un rappresentante di un interismo sano, che non guarda in faccia i “talebani” e i leoni da tastiera. Essere interisti non è mai stata una cosa per tutti e comporta ogni giorno delle responsabilità.

Gian Luca, possiamo dire con onestà che Inter e Milan non siano ancora delle grandi squadre?

“Se pensiamo ai grandi club europei direi che non siamo a quel livello. Tuttavia non me la prenderei con Inzaghi e Pioli perché stanno facendo un lavoro eccezionale. Come sempre l’allenatore conta fino a un certo punto perché è l’unico che “non gioca”. Metterei in primo piano piuttosto la squadra perché è questa che deve rendere al massimo quando devi fare i punti”.

Inter e Milan stanno dando vita a un’accesissima lotta per il titolo. Chi ha più chance di vittoria?

“Inter e Milan sono un po’ fragili, forse è anche per questo che tutto è ancora aperto. Un top club supera diversamente le difficoltà e non si fa condizionare da ciò che accade all’esterno del terreno di gioco. L’Inter ha perso parecchio dopo la cessione di Lukaku. Il Milan non ha le individualità dei nerazzurri ma è ancora in corsa. La pressione ora è tutta sui nerazzurri. Siamo passati da un “abbiamo già vinto” a una crisi di 2 mesi che ha rimesso tutto in discussione”.

Inzaghi o Pioli?

“Le milanesi hanno due grandi allenatori. Pioli all’Inter fece un lavoro straordinario: non dimentichiamoci in quali condizioni ha lavorato, nel pieno della crisi Wanda Nara-Icardi e con il fantasma di Spalletti. Ora sta conducendo un campionato straordinario con il Milan. In Italia purtroppo se arrivi secondo è un fallimento. Abbiamo un grosso problema di mentalità”.

Che sensazioni ti ha lasciato il doppio confronto europeo contro il Liverpool? È stato il momento più alto della presidenza Zhang?

“Secondo me no, ci siamo un po’ illusi. C’è ancora un abisso tra l’Inter e queste grandi squadre. Non siamo ancora pronti. Se non fosse finita 0-2 all’andata, avremmo visto una partita diversa. Servono giocatori forti per competere ad altissimi livelli”.

Come mai dopo le grandi vittorie (vedi Triplete) non siamo riusciti a confermarci?

“Per troppa gratitudine verso i nostri eroi. Moratti e Berlusconi non manderebbero mai via un Zanetti o un Maldini. La Juventus invece ragiona diversamente. Il caso Dybala è lampante”.

Il ritorno di Lukaku all’Inter è possibile?

Direi che è una operazione impossibile. Il giocatore ha approfittato della situazione ma non c’è nulla di concreto. L’ingaggio è troppo alto e se dovesse andare via Tuchel potrebbe anche restare in Premier”.

Il Milan sembra vicino a un cambio di proprietà. Uno scenario che potrebbe riguardare in futuro anche l’Inter?

Si tratta di un passaggio da un fondo all’altro ma è tutto da vedere. Tanti tifosi milanisti si sono esaltati nel recente passato di fronte ad altre voci e poi non è successo niente. Per quanto riguarda i “finti tifosi” che mettono in giro certe voci…Pif non esiste! Suning in futuro venderà ma non a questi soggetti. Personalmente mi piacerebbe un gruppo come BC Partners ovvero una proprietà occidentale con una mentalità di un certo tipo. Suning in ogni caso ha fatto molto bene: sarebbe un percorso straordinario se dovesse vincere anche quest’anno”.

Da Moratti a Zhang: cosa vorresti rivedere dell’ex Patron in questa Inter? 

“Sicuramente l’entusiasmo e la passione del primo tifoso. Il futuro però non sarà con la famiglia Moratti perché non vuole impegnarsi e servono parecchie risorse”.

Cosa dobbiamo aspettarci dal mercato?

“Mi aspetto un taglio degli ingaggi e non credo ai nomi altisonanti. Nemmeno a Dybala. Potrebbe esserci una cessione eccellente e da quanto mi risulta Perisic potrebbe andare via”.

La sensazione è che l’Inter sia un po’ cambiata, anche a livello mediatico.

L’Inter come la Juve? Siamo un po’ più antipatici forse. Io guardo l’Albo d’Oro quindi perché no? Non credo all’inno della Pazza inter: una squadra vincente è soprattutto affidabile”.

Lautaro Martinez è un campione?

“Ci siamo quasi, non ne trovo molti al suo livello anche se ha ancora momenti di pausa drammatici. Non farei il cambio con Dybala“.

Una curiosità. Sei amico del vice di Inzaghi Massimiliano Farris. Ci racconti come vi siete conosciuti?

“Massimiliano ha partecipato ad alcune feste dei club della Lazio (una delle squadre per cui simpatizza Gian Luca, ndr). Mi ricordo questo episodio: eravamo a una serata con Negro, Ballotta, Favalli e c’era anche lui. Mi ricordo che gli feci la battuta: “Chissà che un domani non ci sia l’Inter nel tuo futuro…”. Alla fine è andata così. Siamo amici e ogni tanto ci sentiamo. Inzaghi è l’allenatore giusto per il futuro e lo stesso vale per Pioli al Milan”.


Riproduzione riservata © - NI

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