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Una promessa segreta unisce questi 10 all’Inter: cosa c’è dietro?

I nerazzurri si preparano alle ultime partite stagionali, ma dietro le facce concentrate si nasconde un retroscena poco raccontato e molto personale.
L’Inter torna oggi ad allenarsi per preparare le ultime tre partite ufficiali della stagione: Lazio, Como e Paris Saint-Germain. La prima e la seconda, decisive per un campionato ancora aperto; la terza, finale di Champions, per inseguire un trofeo internazionale che manca da oltre dieci anni. Resta inoltre un’ipotesi da non escludere del tutto: quella di uno spareggio scudetto, qualora le prossime giornate riportassero un clamoroso equilibrio in vetta. La stagione, perciò, può ancora chiudersi con due trofei in bacheca, con uno solo oppure con nulla. Questa instabilità tiene alta la tensione e alimenta il senso di attesa attorno al gruppo nerazzurro: Inzaghi stesso è atteso da decisioni difficilissime.
Lo zoccolo duro e la memoria delle ferite
Tra i volti che tornano oggi ad Appiano Gentile, dieci in particolare si portano dentro qualcosa in più: un conto in sospeso. Si tratta di Simone Inzaghi, Lautaro Martinez, Barella, Bastoni, Calhanoglu, Dimarco, Dumfries, Darmian, De Vrij e Correa. Tutti loro, come fa notare Tuttosport, erano presenti nella stagione 2021/22, conclusa con lo scudetto perso in volata contro il Milan di Pioli. E tutti loro hanno vissuto da protagonisti la delusione ancora più bruciante della finale di Champions League nel 2022/23, quando l’Inter sfiorò il trionfo contro il Manchester City. Quel nucleo storico non ha dimenticato, e negli occhi di chi li conosce bene si legge il desiderio di riscatto.
Una rincorsa diversa da tutte le altre
Non si tratta soltanto di vincere un trofeo o salvare la stagione. Il vero motore emotivo, oggi, è la possibilità di chiudere un ciclo personale e collettivo con un gesto netto, definitivo. Alcuni di questi protagonisti sanno che questa potrebbe essere l’ultima occasione per cancellare le immagini di quei due finali amari. Ecco perché si è percepita una fame particolare nelle sfide di Champions League, diversa da quella vista in campionato. L’obiettivo europeo ha un valore più profondo, e in questo gruppo ristretto si è creato un patto silenzioso: non si cerca solo la vittoria, ma una specie di rivincita.

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