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Un derby si carica da solo: siamo davvero sicuri?
L’Inter di Simone Inzaghi zoppica: l’analisi di un momento complicato.
I detrattori di Simone Inzaghi non vedevano l’ora per tornare alla carica. Per l’Inter si può iniziare a parlare di crisi dopo un derby giocato a tratti e con poca convinzione. Molto meglio il Milan (che ha dei difetti) per maturità e continuità all’interno dei 90 minuti. Ciò che balza all’occhio è un problema di testa: se vai in vantaggio nel momento migliore degli avversari e non ne approfitti, meriti un finale di sofferenza.
La scusa della condizione atletica è una bomba a orologeria che sta per scadere oltre che un appiglio al quale potrebbero attaccarsi molte squadre. Ieri a San Siro la stragrande maggioranza dell’undici non sembrava avere benzina nelle gambe. Con l’alzarsi dei ritmi e della tensione, il risultato è sparire dal campo. Il Milan si è comportato da squadra campione in carica: più maturo e convinto dei nerazzurri, soprattutto più consapevole. Se Leao scopre di essere anche un bomber efficace, Correa non ha ancora capito cosa comporta indossare la maglia dell’Inter.
Più che le scelte dell’allenatore questa volta preoccupano i comportamenti dei giocatori. Si salvano in pochi e la scintilla scatta troppo tardi grazie ai cambi. Il primo tempo dell’Inter (gol compreso) è stato insufficiente rispetto al significato del derby. Ora il tifoso rossonero può giustamente gonfiare il petto. Il Milan è più squadra e sa reagire. “Un derby si carica da solo” aveva detto Inzaghi alla vigilia. Siamo davvero sicuri? Forse qualcuno ha sottovalutato la situazione.
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