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Trevisani fa i conti con il ciclo Inzaghi: dubbi, numeri e responsabilità

Riccardo Trevisani analizza la stagione dell’Inter ai microfoni di Pressing, sollevando dubbi e riflessioni sul bilancio degli ultimi anni.
Si discute tantissimo sul modo in cui l’Inter ha perso quest’ultimo Scudetto: le critiche verso squadra ed allenatore sono state forti nonostante ci sia una finale di Champions League da giocare sabato. A complicare di più le cose sono arrivati anche i dubbi sul futuro dell’allenatore: c’è anche chi è pensa che possa lasciare per un motivo particolare. Riccardo Trevisani, intervenuto a Pressing, ha preso il discorso alla lontana, ripercorrendo l’evoluzione dell’Inter sotto tutta la gestione Inzaghi. Ha ricordato come l’estate 2021 fosse iniziata con aspettative contenute, segnate dall’addio di Conte e dalle difficoltà economiche del club. L’obiettivo realistico, secondo l’opinione comune dell’epoca, era un piazzamento tra le prime quattro. I progressi della squadra sono arrivati in modo costante, con giocatori come Dimarco e Calhanoglu che hanno assunto un ruolo centrale nel progetto tecnico e non era per nulla scontato. L’identità di gioco si è consolidata, portando l’Inter a competere stabilmente ai vertici, in Italia e in Europa.
Le critiche alla rosa e alle seconde linee
Nel bilancio complessivo di questa stagione, Trevisani ha messo in luce alcune difficoltà legate alla profondità dell’organico. Ha parlato apertamente del rendimento sotto le aspettative da parte delle riserve offensive, definendole “scandalose per rendimento”. In particolare, ha citato il dato dei sette gol segnati complessivamente da tre attaccanti di riserva, usando come esempio un errore clamoroso sotto porta di Arnautovic in campionato. Ha poi elencato altri fattori che hanno influenzato l’annata: il mani di Bisseck, rigori non concessi, la fatica accumulata per l’avanzamento del percorso europeo e gli infortuni che hanno colpito alcuni reparti chiave. “Per questo lo Scudetto che manca per me è quello del primo anno, col derby in vantaggio, i cambi e il 2-1. Quella è l’unica responsabilità. Quest’anno ha molte attenuanti“; il suo pensiero.
Inzaghi e l’Inter: un futuro tutto da scrivere
Riguardo al furto del tecnico, secondo il telecronista, la finale di Champions League del 31 maggio sarà determinante. In caso di successo, l’allenatore aggiungerebbe un trofeo mancante da quindici anni, chiudendo idealmente un cerchio iniziato con la delusione dello Scudetto sfumato nel primo anno. Dal 1° giugno inizieranno le valutazioni, anche alla luce di un possibile malumore reciproco dopo quattro stagioni intense. Nella lunga storia del club, pochi tecnici hanno superato le cinque stagioni: per Trevisani non si può escludere l’idea di un cambio.
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