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Sucic illumina: il giocatore che può cambiare l’Inter

L’Inter chiude il girone con un successo sul River Plate. Tra conferme e sorprese, spunta un nome che riaccende il dibattito tecnico.
Il 2-0 sul River Plate ha chiuso nel migliore dei modi la fase a gironi del Mondiale per Club, garantendo all’Inter il primo posto nel raggruppamento. Una vittoria meritata, frutto di un controllo quasi totale del gioco e di una condizione atletica che inizia a sorprendere in positivo. I gol, firmati dal giovane Francesco Pio Esposito e da Bastoni, hanno suggellato una prestazione solida, nella quale la squadra ha saputo dosare i ritmi e contenere i momenti più aggressivi degli argentini. Proprio Esposito, classe 2005, ha attirato su di sé gran parte delle attenzioni per la prima rete in maglia nerazzurra. Dopo una stagione fantastica con lo Spezia in Serie B, il centravanti ha confermato la sua crescita con un movimento da attaccante esperto e una conclusione precisa. La sua presenza, però, non è stata l’unica novità interessante della gara.
Più di un esperimento riuscito
Se Esposito ha firmato il tabellino, è Petar Sucic ad aver lasciato l’impronta più profonda sulla partita. Il giovane croato ha dato prova di qualità tecniche rare, saltando l’uomo con naturalezza e offrendo giocate in verticale difficili da trovare nella rosa attuale dell’Inter. Garlando, su La Gazzetta dello Sport, ha definito la sua prestazione come “la vera novità”, sottolineando la sua capacità di creare superiorità numerica e trovare soluzioni individuali che mancavano alla squadra. In un contesto in cui molte big europee stanno investendo su giocatori creativi in grado di rompere l’inerzia del possesso sterile, anche l’Inter sembra intenzionata a seguire questa strada.
Sucic risponde a un’esigenza precisa
Negli ultimi anni, l’Inter ha costruito successi su una struttura di gioco solida, ma a tratti prevedibile. Contro blocchi bassi, le manovre si sono spesso arenate. Da qui l’interesse crescente per profili in grado di accendere l’imprevedibilità: “apriscatole”, come li definisce Garlando. L’entrata di Sucic in questo discorso non è casuale. Il croato rappresenta quel tipo di calciatore in grado di sparigliare, con dribbling e rifiniture che non seguono schemi rigidi.
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