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Stadio San Siro: in un caso non è automatico che venga applicato il vincolo
Le due squadre di calcio milanesi hanno fatto intendere di non voler continuare a giocare a San Siro neanche a fronte di restaurazione.
Lo storico stadio San Siro si trova al centro di discussioni cruciali che potrebbero determinarne il futuro. Nota cattedrale del calcio per i tifosi di Inter e Milan, questa struttura potrebbe vedere modifiche significative nella sua proprietà e nella gestione del suo spazio. La questione al centro del dibattito riguarda il possibile passaggio di proprietà dello stadio dalle mani pubbliche a quelle private, specificatamente ai club di calcio della città, e le conseguenze che ciò comporterebbe sui vincoli architettonici e culturali dell’impianto.
Il vincolo della discordia
Durante un incontro a Palazzo Marino, che ha visto la partecipazione del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, della sovrintendente ai Beni culturali Emanuela Carpani e dei rappresentanti dei club di calcio, è stata sollevata l’ipotesi della rifunzionalizzazione del secondo anello dello stadio. Questa mossa, altamente significativa, solleva questioni sui vincoli che dovrebbero essere imposti a partire dal 2025. Se da un lato un’eventuale privatizzazione potrebbe aprire a più libere riqualificazioni, dall’altro introduce interrogativi sulla preservazione dell’eredità culturale del luogo. Ricordiamo che nel caso, remoto, che il vincolo non venga applicato, lo stadio potrebbe essere demolito per permettere la ricostruzione di un altro al suo posto; ipotesi questa preferita da Inter e Milan.
Cautela
Il sindaco Sala ha preferito mantenere una posizione cauta riguardo agli esiti dell’incontro, rimarcando la complessità della situazione e l’importanza di giungere a decisioni concrete e ben ponderate. L’approccio scelto sottolinea la volontà di procedere con cura in questioni che toccano non solo l’aspetto sportivo ma anche quello culturale e architettonico di Milano.
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