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Sommer tra la delusione Scudetto, la finale e… i rigori

Il portiere dell’Inter racconta emozioni, sacrifici e aspettative a pochi giorni dall’atto conclusivo della Champions League contro il PSG.
Yann Sommer si prepara a vivere un momento che ha inseguito per tutta la carriera. Il portiere svizzero, arrivato all’Inter nell’estate del 2023, affronterà la sua prima finale di Champions League. In un’intervista al Corriere della Sera, ha condiviso pensieri profondi legati al percorso che lo ha portato fin qui. “Ho iniziato da piccolissimo, sempre in porta, sognando momenti come questo”, ha detto. A 36 anni, Sommer è consapevole di aver costruito questo traguardo giorno dopo giorno. Sfoglia spesso gli album delle sue stagioni, come se ogni tappa fosse un frammento di una lunga attesa. Il lavoro sul proprio corpo e sulla mente è stato centrale per arrivare a sentirsi ora in piena forma. “Mi sto divertendo come non mai”, ha ammesso. L’ex Bayern difenderà i pali anche in finale: davanti a lui dovrebbe esserci una novità di formazione.
Distanze tra campionato e coppa europea
L’annata dell’Inter ha avuto due volti. In Serie A, nonostante un rendimento elevato, ci sono state partite segnate da errori e occasioni mancate. Sommer non nasconde che siano stati lasciati punti per strada. Diversa la rotta europea, dove la squadra ha mantenuto un livello costante di attenzione e solidità. Il percorso in Champions è stato costruito con coraggio e precisione tattica. Ora l’ultima sfida è contro un PSG rinnovato, che Sommer considera più pericoloso rispetto alle edizioni precedenti. Il gruppo nerazzurro può contare su elementi che hanno già disputato una finale europea, un dettaglio non secondario per affrontare un appuntamento simile. L’esperienza, ha spiegato, potrebbe avere un peso nella gestione dei momenti chiave.
La finale con Donnarumma e il legame inatteso
Nel giorno decisivo Sommer troverà di fronte Gianluigi Donnarumma. La sfida personale, però, resta sullo sfondo. “Non è Sommer contro Donnarumma”, ha chiarito, pur confessando di guardare da anni al portiere italiano come a un punto di riferimento. I due si conoscono, anche grazie a un preparatore in comune. L’idea di sfidarlo lo stimola, ma la concentrazione resta centrata sul rendimento collettivo. Quanto ai rigori, Sommer rimanda ogni riflessione: c’è una partita da preparare, come già successo con Bayern e Barcellona. Solo dopo si valuterà anche l’eventualità dei tiri dal dischetto.
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