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Simone Inzaghi sfida il suo passato e vuole dimostrare che è cambiato
Un anno fa proprio contro i biancocelesti una sconfitta che ha pesato parecchio in ottica scudetto. Ora l’Inter vuole cambiare musica.
Dalla Lazio alla Lazio: La Gazzetta dello Sport rimarca l’evoluzione dell’ex tecnico biancoceleste, ora guida tecnica dell’Inter. Un anno dopo quel testacoda all’Olimpico sono arrivati ben due trofei e per poco non è arrivato lo scudetto numero 20. Ora l’Inter vuole cambiare musica. Il tecnico ha imparato dai propri errori.
“Se una stagione fa era ancora un principe mezzosangue, metà biancoceleste e metà nerazzurro, timidino nell’approccio alla nuova e più grande realtà, adesso Inzaghi è ben più risoluto – spiega la Gazzetta -. Ha dimostrato di poter cambiare lo scenario attorno a sé con parole e azioni da manager all’inglese: ha appena forzato la mano col presidente per tenere legato a una sedia Milan Skriniar, ma ha pure mostrato coraggio e inventiva nelle scelte in campo.
In questo ritorno al futuro, Inzaghi arriva con una gang tutta nuova: Romelu Lukaku è il capopopolo, la palla di demolizione che l’anno scorso il tecnico non aveva. Ancora più pericolosa, poi, se combinata con Lautaro Martinez, un altro di quelli che l’anno scorso litigò con maggiore furia contro Felipe Anderson. Ma è nella panchina che si nasconde il segreto. Edin Dzeko con la Lazio ha la motivazione di un derby, ma entrando nell’ultimo scorcio di partita sa essere perfino più decisivo. Inzaghi non ha più il Perisic dirompente che gli diede subito il vantaggio a ottobre, ma si gode un super Dumfries all’altezza degli altri attaccanti. Poi, con Gosens in crescita nei valori di Appiano Gentile e con i tuttofare Dimarco e Darmian, Simone il milanese (con residenza per 22 anni a Roma Nord) è più che coperto”.
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