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PSG-Inter, qualcosa non torna: la mossa “senza senso” del PSG

Mancano diverse settimane alla sfida più importante della stagione e l’allenatore spagnolo si prende un rischio calcolato.
L’attesa cresce, i riflettori si accendono e il conto alla rovescia è partito. Il 31 maggio Monaco ospiterà la finali di Champions League: da una parte l’Inter, costruita con equilibrio e idee, dall’altra il Paris Saint-Germain, una corazzata ricca di stelle e ambizioni. Due filosofie lontane, due mondi che si incroceranno per contendersi il trofeo più ambito del calcio europeo. In casa nerazzurra regna la concentrazione assoluta: Inzaghi tiene alta la tensione, lavora ogni dettaglio e cerca di mantenere l’unità che ha portato il gruppo fin qui. A Milano si respira rispetto, ma anche consapevolezza. L’Inter arriva da sfide superate con maturità, e questo alimenta una fiducia crescente.
Una scelta che divide i tifosi
A Parigi, invece, l’atmosfera ha preso una piega inaspettata. Luis Enrique ha sorpreso tutti con una decisione che non è passata inosservata: sette titolari resteranno completamente fermi fino a mercoledì. Tra loro Donnarumma, Hakimi, Marquinhos, Nuno Mendes, Fabian Ruiz, Vitinha e Pacho. Nessuna seduta in programma, nessun allenamento personalizzato, solo riposo assoluto. Il club ha annunciato tutto con una nota ufficiale, quasi a voler prevenire interpretazioni o polemiche. I motivi della scelta non sono stati approfonditi, ma la mossa ha già diviso i tifosi e gli addetti ai lavori; c’è da dire però che i parigini hanno già vinto matematicamente il loro campionato, a differenza dei nerazzurri che sono secondi.
Il vero rischio è invisibile agli occhi
Dietro questa pausa prolungata potrebbe nascondersi un’insidia non immediatamente visibile. Il PSG punta tutto sulla brillantezza fisica, ma fermarsi troppo rischia di spezzare il ritmo. L’Inter, in piena attività, continua ad allenarsi mantenendo intensità e tensione agonistica. Ecco dove si apre il dubbio: sarà la freschezza a fare la differenza o la continuità? La storia recente insegna che il calcio ad alti livelli non perdona sbavature di preparazione. E se la scelta di Luis Enrique dovesse rivelarsi un errore? Molti, tra ex giocatori e tecnici, iniziano a domandarselo.
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