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PSG-Inter e una frase che cambia la prospettiva: Inzaghi spiazza tutti

Filippo Inzaghi ha parlato del fratello Simone e dell’Inter: ciò che ha detto sulla Champions e sul modulo usato ha spiazzato più di qualcuno.
Filippo Inzaghi ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera in cui ha affrontato diversi temi legati alla sua esperienza da allenatore. L’ex attaccante di Milan e Juventus, oggi sulla panchina del Pisa, ha colto l’occasione per tornare a parlare del lavoro svolto da Simone, il fratello minore, protagonista delle ultime stagioni nerazzurre. Le sue parole hanno mostrato un affetto sincero, ma anche uno sguardo tecnico preciso. Il tono è quello di chi conosce bene le difficoltà della panchina e riesce a cogliere dettagli che spesso sfuggono all’occhio esterno. Ad esempio, l’allenatore dell’Inter deve ora affrontare decisioni difficili in vista della finale di Champions. L’attenzione si è concentrata soprattutto sull’atteggiamento mentale e sulle scelte tattiche adottate da Simone, ormai sempre più sotto i riflettori internazionali.
Rivalità, moduli rivoluzionati e un calcio nuovo
Secondo Filippo, l’Inter di Simone ha portato qualcosa di diverso nel panorama italiano. Le sue parole sono state nette: “Ha fatto sì che il 3-5-2, un sistema tradizionalmente considerato difensivo, si trasformasse in un modulo spettacolare”. SuperPippo ha parlato anche dell’empatia con i giocatori, della dedizione quotidiana, della serietà. Caratteristiche che, secondo lui, hanno permesso a Simone di ottenere risultati di altissimo livello in tempi rapidi. Il doppio accesso alla finale di Champions nel giro di tre stagioni è stato definito “un risultato incredibile”. Un traguardo che ha cambiato la percezione attorno all’allenatore piacentino, spesso giudicato con troppo scetticismo.
La previsione sulla finale
L’ex attaccante del Milan, presentando la finale di Champions League, ha ammesso senza mezzi termini: “Il successo sul PSG sarebbe la consacrazione”. Una dichiarazione forte che viene prima dell’analisi tecnica: “Punti deboli del PSG? Pochi. Anche il Barcellona però era oggettivamente ingiocabile: contro Yamal e Raphinha in teoria parti sotto di due gol, eppure… Per giunta i francesi hanno Donnarumma: gli ho visto fare 6-7 parate senza senso. È un muro, ma i nerazzurri possono giocarsela“.
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