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Pio Esposito, i 7 minuti di Bruxelles che hanno sconvolto Whatsapp

I gruppi di denigratori erano pronti per distruggere Pio Esposito: sette minuti e su Whatsapp è calato il silenzio
Minuto 68: la tua squadra è comodamente in vantaggio per tre a zero. Hai fornito un assist e giocato un’ottima partita. I compagni vogliono regalarti la gioia del primo goal in Champions League. Ti osservano, ti seguono, ti servono. Arriva il pallone da spingere dentro, solo da spingere dentro. Il piatto destro aperto in un modo che è difficile da capire spedisce la palla troppo lontana dal palo.
Quei momenti che cambiano tanto
Ci sono momenti, anche banali, che alle volte segnano la vita e la carriera di un calciatore. Quel minuto 68 di una partita già chiusa tra Union Saint Gilloise ed Inter poteva essere già un’etichetta su Pio Esposito.
Anzi, in alcune chat frettolose già erano partiti i commenti: buono solo per difendere la palla, si trova un buon fisico e basta, perché lo esaltate così. Il vezzo meravigliosamente italiano di denigrare tutto ciò che è nuovo. Il nostro è un paese conservatore, restio al cambiamento: anche in quelli che si immaginano grandi innovatori.
Sono state queste quelle frasi intrise dei più tristi luoghi comuni, quelle che applicano la cultura dominante al calcio: quelle parole che non lasciavano spazio all’appello.
Pio Esposito e le space du matin
Sono frasi, parole, concetti che sono durati sette minuti. Praticamente, lo spazio di un mattino, per usare una metafora che suona meglio tradotta in francese. Perché il gol Pio Esposito lo ha trovato come lo ha trovato in serie A, come lo ha trovato in nazionale. L’ho fatto al 75′, servito dal compagno di Next Gen, quel Bonny che fa sta facendo benedire all’Inter ogni milione speso per il suo acquisto.
A vent’anni, Pio Esposito è una realtà, non è più il giocatore sul quale sperare. Ha dimostrato le doti calcistiche, ma anche quelle caratteriali, quelle fisiche, quelle tecniche.
I margini di Pio
Può crescere? Ovviamente sì. Può diventare un attaccante generazionale, può diventare un riferimento nei prossimi anni dell’Inter e della nostra nazionale. Senza infingimenti, coltivare speranze su Pio Esposito è molto più che legittimo.
Leggere la partita alla sua età non è operazione banale avere la forza di entrare in un gruppo di campioni non è banale, avere l’unità di tenere sempre la testa bassa nonostante da tutte le parti si celebri il nuovo arrivato non è banale.
Il nuovo corso è iniziato e bisogna fare i complimenti a Chivu, perché questa Inter non è solo quella delle sette vittorie consecutive ma anche quella di una gestione ottimale del parco giocatori.
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