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Perché l’Inter punta sui ‘vecchi’? La scelta che sfida le regole del calcio moderno
Dal bilancio ufficializzato qualche settimana fa si è appreso che i contratti di due difensori italiani sono stati rinnovati, cosa che ha fatto storcere il naso a qualcuno.
Nel panorama calcistico attuale, in cui la gioventù sembra essere il criterio primario nella selezione dei talenti, l’Inter ha fatto una scelta che va controcorrente, valorizzando l’esperienza e la maturità di due giocatori che hanno ampiamente dimostrato il loro valore sul campo.
Parliamo di Francesco Acerbi e Matteo Darmian, due pilastri della formazione nerazzurra, per i quali la dirigenza ha decisamente esercitato la clausola di rinnovo dei rispettivi contratti fino al 30 giugno 2026.
In controtendenza
Il nuovo corso targato Oaktree propone di fondare il futuro della squadra su giovani talenti che possano far crescere il valore del club sia con le prestazioni in campo che eventualmente con cessioni remunerative. Ecco perché non ci si aspettava il rinnovo dei due italiani.
Ritorno in grande stile
Poi però c’è il campo che parla e questo ha detto che Acerbi, appena rientrato dopo diverse settimane di stop, è stato uno dei migliori in campo contro il Napoli. Questo testimonia come il 36enne debba essere considerato ancora un pilastro della difesa nerazzurra.
Le ragioni dei prolungamenti
I rinnovi di Darmian e Acerbi, come sottolinea la Gazzetta dello Sport, sono stati quindi visti come una mossa naturale, frutto delle ottime prestazioni offerte sul campo, che hanno pienamente convincono la dirigenza. In un calcio sempre più veloce e fisico, la loro esperienza si conferma un valore aggiunto non indifferente. Anche Mkhitaryan, altro giocatore che ha superato la soglia dei trent’anni, è tuttora tra i più utilizzati da Inzaghi, con 1134 minuti tra campionato e Champions League.
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