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Passaggi, movimenti, controllo: dove si deciderà veramente la finale di Champions

Psg e Inter si preparano alla finale di Champions League con un elemento chiave che potrebbe indirizzare l’esito della sfida.
Alla vigilia della finale di Champions League tra Paris Saint-Germain e Inter, The Athletic ha dedicato un lungo approfondimento all’aspetto che potrebbe decidere la partita. L’Inter ha cambiato qualcosina nella preparazione della finale, perché questa non è una gara come le altre; vedremo se le mosse della dirigenza e dello staff tecnico sortiranno gli effetti sperati. Il sito inglese ha analizzato la costruzione del gioco delle due squadre, soffermandosi sulle diverse interpretazioni del pressing e sulla gestione del pallone. Due modelli lontani, ma accomunati da una precisa idea di gioco, fondata su movimenti studiati e decisioni rapide. Nel pezzo si nota come il pressing venga spesso valutato come l’aspetto più visibile e apprezzato, mentre la qualità nella gestione del possesso riceve meno attenzione.
Genio in costruzione e rotazioni fluide
Nel caso del PSG, l’analisi si sofferma su Vitinha. Il centrocampista portoghese viene descritto come il “vero genio” della squadra, per la sua abilità nel ricevere il pallone in zone rischiose del campo e per il suo movimento continuo tra le linee. La struttura fluida del centrocampo parigino, infatti, rende difficile individuare ruoli fissi. I tre interpreti si scambiano spesso le posizioni, creando superiorità numerica e disorientando la pressione avversaria. Questa imprevedibilità viene considerata più rilevante della capacità di pressare, perché consente al PSG di controllare il ritmo della gara e occupare in modo efficace gli spazi avanzati. Le rotazioni permettono a giocatori come Vitinha di ricevere palloni in zone favorevoli, innescando azioni offensive senza dare punti di riferimento. È in questo meccanismo che The Athletic individua il potenziale vero punto di forza della squadra di Luis Enrique.
L’Inter risponde con intelligenza e palleggio
Se il PSG punta sulla fluidità, l’Inter di Inzaghi si affida all’efficienza dei suoi centrocampisti. Calhanoglu, Mkhitaryan e Barella formano un reparto tecnico e maturo, in grado di dettare i tempi del gioco. Nel testo si spiega come i nerazzurri abbiano quasi rinunciato al dribbling, preferendo passaggi rapidi e movimenti sincronizzati. Anche la struttura difensiva cambia in fase di possesso: alcuni difensori salgono, mentre due centrocampisti restano a copertura, creando uno scenario tattico atipico. Il pressing dell’Inter viene definito intelligente, variabile a seconda dell’avversario, ma è durante il possesso che emergono le vere peculiarità della squadra. Secondo The Athletic, se il pressing fosse ancora considerato l’aspetto più interessante del calcio europeo, qualcosa non funzionerebbe. Per questo la finale sarà anche un confronto tra filosofie tecniche.
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