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Nicoló Barella si racconta ad un podcast tra la vittorie, sconfitte e determinazione
Il centrocampista nerazzurro, ormai prossimo al rientro, a cuore aperto sul suo modo di intendere il calcio e la vita
Nel mondo dello sport professionistico, dove la vittoria è spesso vista come l’unico parametro di successo, è raro trovare atleti disposti ad aprire sinceramente il proprio cuore riguardo le sfide emotive e psicologiche che devono affrontare. Nicolò Barella, centrocampista dell’Inter e protagonista in campo, recentemente ha condiviso un intimo spaccato della sua vita e della sua carriera in un dialogo profondo con l’attore teatrale Matteo Caccia.
In un’epoca caratterizzata da immagini pubbliche attentamente curate, le parole di Barella rivelano un lato umano e vulnerabile che spesso rimane nascosto dietro i successi sportivi.
La solitudine nel trionfo
Durante l’anno dello scudetto con l’Inter, un’impresa calcistica che molti giocatori sognano di realizzare, Barella si è sentito inaspettatamente isolato. Contrariamente all’immagine di squadra unita e festante che spesso viene associata ai campioni, il centrocampista ha sperimentato una solitudine profonda in un momento che avrebbe dovuto essere di pura euforia. Questa rivelazione offre uno sguardo raro sul peso emotivo che possono portare successi del genere, sottolineando che gli applausi e i festeggiamenti non schermano dai sentimenti di isolamento.
La forza nella sconfitta
Contrasto ancora più intenso emerge quando Barella parla delle sue sconfitte: dalla finale di Champions League persa contro il Manchester City, carica di aspettative e speranze, alle battute d’arresto con il Cagliari e il Como, fino alle amarezze con le nazionali giovanili. Eppure, nonostante il dolore e le difficoltà che queste esperienze comportano, Barella le descrive come fonti di motivazione. La sconfitta non si manifesta solo nel momento di delusione immediata, ma porta con sé un fardello emotivo che dura nel tempo, sollevando dubbi e incertezze sul futuro. Tuttavia, per Barella, queste esperienze negative non segnano una fine, ma piuttosto un inizio: la spinta necessaria per rialzarsi e affrontare con rinnovata determinazione le sfide future.
L’integrità prima di tutto
In un mondo incline alla celebrazione indiscriminata del successo e alla costruzione di immagini pubbliche talvolta artificiali, Barella si pone in netta contrapposizione. Il suo desiderio di mantenere l’autenticità, anche a costo di apparire “antipatico”, segna una deviazione significativa dalla norma. Questa scelta di integrità, di non “vendersi” pur di risultare più simpatico o accattivante, pone Barella come un esempio di coerenza e autenticità in un ambiente che spesso premia il contrario.
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