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Mourinho ricorda il Triplete: “L’impresa più importante del calcio italiano”
L’allenatore portoghese racconta per filo e per segno la grande impresa realizzata nel 2010 sulla panchina dell’Inter.
Josè Mourinho ripercorre il Triplete se svela un aneddoto sul suo addio all’Inter nel corso del programma “The Making of: Mourinho” su DAZN. “La nostra è sta la squadra che ha fatto l’impresa più importante del calcio italiano. Credo che si considerino, non solo me, ma tutti i giocatori di quella squadra, quasi come delle icone. La cosa speciale era proprio il legame affettivo che esisteva tra tutti noi. I giocatori erano veramente amici, forse anche di più, la definizione migliore è fratelli. La gente può dire ciò che vuole, ma la Champions League è come l’Eldorado del calcio. In quel periodo l’Inter era la squadra più forte in Italia. Mi ricordo perfettamente e so bene quando iniziò tutto. Iniziò con la stagione precedente quando fummo eliminati dalla Champions League a Manchester”.
“Quella col Bayern era una partita troppo importante, non solo per me, ma soprattutto per il club. Il Bayern aveva un allenatore che conoscevo molto bene, sapevo che il suo ego e la sua autostima lo portavano sempre a giocare secondo la sua idea di calcio e questo per me era un vantaggio. Credo che quella partita fosse stata vinta ancora prima di essere giocata, non solo per l’aspetto emozionale, non solo per il livello di sicurezza e autostima, di empatia che aveva quell’Inter. Ma anche per il modo in cui, da un punto di vista strategico, avevamo preparato quella sfida. Il 2-0? Faticai molto a restare tranquillo in quel momento e quando segnammo il secondo gol provai una sensazione di euforia, un’immensa esplosione di gioia, ma bisognava rimanere concentrati. Dirò una cosa che non ho mai detto, la ragione per cui, dopo la fine della partita, non sono tornato a Milano, è che se fossi tornato non sarei più andato al Real Madrid. La decisione era presa, il contratto non era stato firmato, ma la decisione era presa. Decisi di andare al Real Madrid, l’avevo rifiutato per due volte, era la mia terza occasione. Dire tre volte no al Real Madrid è impossibile. Cercai di non salutare nessuno in modo più affettuoso. Mi mancano, il tempo non torna indietro, non possiamo tornare nel passato, ma gli amici ci sono sempre. Loro sono miei amici ed è così che lo vedo”.
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