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Minacce e scontri, Serie A sconvolta: c’entra l’Inter

Il calcio, purtroppo, non è sempre gol e colpi di calciomercato eclatanti. Talvolta lo sport pià amato dagli italiani deve fare i conti con minacce e scontri che fanno trasalire.
Il calcio è passione, tecnica, competizione. Ma a volte è anche l’esatto contrario di ciò che dovrebbe essere. Troppo spesso, infatti, lo sport più amato del mondo è teatro di comportamenti che nulla hanno a che fare con l’etica, il rispetto e il fair play. Lo dimostrano gli scontri tra tifoserie, i cori beceri, le aggressioni fuori dagli stadi. Ma quando a scendere nel fango sono i protagonisti in campo, allora la delusione è doppia. Perché da chi incarna il sogno di milioni di tifosi, ci si aspetta di più. Di meglio.
In un’epoca in cui tutto viene registrato, immortalato, condiviso in tempo reale, ogni gesto e ogni parola hanno un peso. Eppure, nonostante telecamere e microfoni ovunque, nonostante la consapevolezza di essere sempre sotto i riflettori, il calcio continua a inciampare nei suoi stessi protagonisti. La Serie A si prepara a un nuovo campionato con tanti volti nuovi e ambizioni rinnovate, ma intanto, come un déjà-vu amaro, riemerge un episodio che ha lasciato il segno. Protagonisti due giganti, Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku, simboli eterni di Milan e Inter, che nel gennaio 2021 finirono al centro di una rissa verbale da dimenticare. Ma che tutti ricordano.
Ibra e Lukaku, la lite del 2021 che fece tremare San Siro
Era il 26 gennaio 2021, quarti di finale di Coppa Italia, Inter-Milan. In uno dei derby più tesi degli ultimi anni, sul campo non si scontrarono solo i colori, ma due personalità incendiarie: Ibrahimovic e Lukaku. Dopo il gol del vantaggio rossonero, al tramonto del primo tempo, i due si affrontarono faccia a faccia. Il fuoco si accese con un sorriso beffardo di Zlatan, seguito da una frase scioccante: “Chiama tua mamma, vai a fare i tuoi riti voodoo di m…, piccolo asino”. Il riferimento era a un episodio risalente al passato di Lukaku all’Everton, quando la madre avrebbe suggerito con un rito voodoo di non firmare il rinnovo con il club inglese. La replica di Lukaku fu rabbiosa: “Vuoi parlare di mia madre? Perché? Fottiti, tu e tua madre. Parliamo della tua, di mamma: è una p…”.
Una rissa sfiorata, sedata a fatica da dirigenti e compagni, con Lukaku che nei corridoi avrebbe detto a Ibra: “Ti sparo in testa”. Nella ripresa arrivarono il rigore trasformato dal belga, l’espulsione dello svedese e infine il gol di Eriksen al 97’, che portò l’Inter in semifinale. Oggi, a distanza di quattro anni, quell’episodio è diventato un murale a San Siro, simbolo di una faida che ha diviso Milano e scosso il mondo del calcio. Oggi Lukaku gioca al Napoli, Ibrahimovic è un consulente RedBird. In campo non si incroceranno più. E probabilmente, è meglio per tutti.
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