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Mentana: “Vincere lo Scudetto lunedì mi farebbe piacere, Inzaghi ha fatto giocare meglio l’Inter da quando ne ho memoria”
Il conduttore televisivo Enrico Mentana, noto tifoso nerazzurro, ha celebrato quelli che secondo lui sono i protagonisti della grande stagione dell’Inter.
Enrico Mentana ha parlato del campionato dell’Inter nel corso di una live su Twitch al canale di FcInter1908.it. “Vincere lo scudetto lunedì mi farebbe piacere, ma se dovesse accadere tra qualche settimana non mi cambierebbe nulla. Non godo dell’umiliazione milanista, lo dico chiaramente. Se poi vinciamo lunedì, al termine di una fiera partita, sarò assolutamente felice e festeggerò tutta la notte. Se andrò allo stadio? No, ho il telegiornale. Tra le 20:35 e le 20:45 ci sarà la vera maratona, quella che mi riporterà a casa per mettermi davanti al televisore”.
Sui singoli
“Il protagonista della stagione è assolutamente Barella. Genio, sregolatezza, ma anche metodo e altre cose. Calhanoglu è stato straordinario fino a Madrid, poi è andato a corrente alternata. Lautaro meraviglioso, fino alla cesoia del digiuno. Quando la squadra ha iniziato a faticare ci sono stati giocatori che hanno sopperito con classe e qualità, tra cui Barella. La sorpresa invece è Thuram, così come Sommer che ha dato ulteriore tranquillità alla difesa. Noi abbiamo perso Lukaku, Dzeko, Handanovic, Onana, Brozovic, per cui ci è andato tutto molto bene. Avessimo preso Scamacca, saremmo anche già campioni da un paio di settimane”.
Sul tecnico
“Quello che ha fatto giocare meglio l’Inter da quando ne ho memoria. I grandi ‘assertivi’ sono stati Herrera e Mourinho, che abbiamo visto ora imitazione di se stesso e quanto possa far danno. Inzaghi con capacità e cultura del calcio ha dimostrato di essere innovativo. Fossi in Bastoni, tutte le mattine andrei sotto casa di Inzaghi a lasciargli dei fiori prima di raggiungere Appiano. L’Inter è una squadra che è bello vedere. Pochi giorni fa ho incrociato Sacchi, verso il cui Milan avevamo un complesso di inferiorità. Inzaghi ha fatto un’Inter verso la quale allo stesso modo bisogna togliersi il cappello. Si è sempre vista una squadra in cui ognuno aveva un ruolo e poteva portare il gioco ad un livello superiore”.
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