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Marotta spiazza tutti: c’è un ostacolo nascosto dietro il nuovo stadio dell’Inter?

Dietro il progetto del nuovo stadio dell’Inter si nasconde un problema che nessuno aveva previsto: Marotta lo svela e lascia tutti con un grande dubbio.
Il presidente dell’Inter, Beppe Marotta, ha partecipato alla quinta edizione del Merger & Acquisition Summit organizzato dal Sole 24 Ore. Durante l’evento, ha affrontato vari aspetti del suo ruolo, incluse le sfide associate alla costruzione di nuovi impianti sportivi in Italia. Marotta ha sottolineato che negli ultimi dieci anni sono stati costruiti 153 stadi in Europa, di cui solo tre in Italia. Questo dato evidenzia le difficoltà burocratiche presenti nel Paese. Appena depositata la proposta d’acquisto per il nuovo stadio, è stato presentato un esposto alla Procura, che ha avviato le indagini. Queste azioni dimostrano le complesse dinamiche che gli investitori devono affrontare prima di poter procedere con progetti di tale portata. Il progetto del nuovo impianto è stato studiato nei minimi dettagli dai club meneghini e sono solo: le caratteristiche che dovrebbe avere il nuovo stadio sono state ampiamente illustrate, ci sono aspetti che hanno creato malumori. “Ci troviamo davanti a diverse situazioni che sono lontane dall’investimento vero e proprio. Inter e Milan sono disponibili a investire in maniera pesante nonostante l’Italia sia l’unico Paese in cui non c’è un aiuto da parte dello Stato. Sono scettico più che altro sull’iter, ci sono tempi da rispettare perché gli investitori possono aspettare ma non più di tanto”; aggiunge il presidente.
L’importanza degli investitori stranieri nel calcio italiano
Il calcio italiano ha vissuto un profondo cambiamento con l’arrivo di proprietà straniere, che hanno permesso la sopravvivenza di molti club. Senza gruppi come Oaktree e Elliott e persone come Zhang, la situazione finanziaria sarebbe stata molto più complicata. Il modello di gestione è mutato rispetto al passato, quando imprenditori locali coprivano le perdite senza un vero piano di sostenibilità. Oggi le proprietà puntano su strategie di lungo periodo, affidandosi a dirigenti competenti e lasciando loro margini di manovra. Questo nuovo approccio ha portato una stabilità che permette di competere anche a livello internazionale, ma il contesto italiano resta difficile da gestire.
Lo stadio dell’Inter e i piani per il futuro
Parlando delle prospettive per il nuovo stadio, Marotta ha espresso preoccupazione per le tempistiche: la burocrazia rischia di far slittare ulteriormente il progetto. Il dirigente ha ribadito che Inter e Milan vogliono procedere con l’investimento, ma serve certezza nei tempi. La questione economica è altrettanto cruciale: i ricavi da stadio (e non solo) in Italia sono troppo bassi rispetto alle grandi squadre europee. Finora abbiamo disputato 10 partite in Champions League, raggiungendo ricavi per circa 100 milioni di euro. Se arrivassimo a vincere lo Scudetto, otterremmo circa 45 milioni, dopo 38 partite. Bisogna trovare un’armonia tra sistema italiano e sistema mondiale in cui siamo protagonisti. Tutto va fatto senza polemica, nella speranza che si possa migliorare. La differenza tra Italia ed Europa passa dai diritti televisivi e dai ricavi da matchday e da stadio. Abbiamo raggiunto il primo posto sia come affluenza di spettatori sia come ricavi l’anno scorso, raggiungendo gli 80 milioni. I nostri competitor in Europa ci distanziano di 60-70 milioni. Qui nasce l’esigenza di uno stadio, per creare un asset che diventa patrimonio, per dare vantaggi ai nostri tifosi, per trasmettere il senso di appartenenza, per far vivere la partita dalla mattina alla sera, per dare momenti di aggregazione perché il calcio ha anche una funzione sociale“; le sue parole.

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