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Luis Henrique, primi segnali contrastanti: un suo brillante predecessore ebbe gli stessi problemi, ora tocca a Chivu

Luis Henrique ha iniziato a mostrare le sue caratteristiche nelle prime gare del Mondiale: tra entusiasmo e lacune spunta fuori un precedente benaugurante.
L’Inter sta testando sul campo il nuovo acquisto Luis Henrique e le prime indicazioni sono arrivate dalla sfida contro il Monterrey. Secondo Tuttosport, l’esterno ha dato segnali promettenti soprattutto nella fase offensiva, mostrando freschezza atletica e un’ottima predisposizione al dribbling. Un impatto incoraggiante, che ha lasciato intravedere le potenzialità di un giocatore in grado di creare superiorità numerica. Anche se la squadra non è ancora nella forma migliore, l’ex Marsiglia ha provato ad accelerare il gioco sfruttando le corsie esterne. Non sono mancati errori tecnici e qualche scelta affrettata, ma l’atteggiamento positivo resta il dato più interessante per lo staff. In una rosa che ha perso elementi di fantasia negli ultimi anni, l’Inter punta su un profilo con caratteristiche rare per lo standard del campionato italiano.
Urawa Reds: passo indietro evidente
Meno brillante è stata la prestazione contro gli Urawa Reds. Rispetto all’esordio, Luis Henrique ha faticato a entrare nel vivo del gioco. La squadra giapponese ha coperto meglio gli spazi e il brasiliano ha perso lucidità quando pressato in modo costante. Il quotidiano torinese ha sottolineato come, in quella circostanza, siano venute fuori alcune difficoltà nella fase di non possesso. Non sorprende, considerando il percorso tecnico del calciatore. Nato come ala d’attacco, è stato adattato nel ruolo di quinto di centrocampo da Roberto De Zerbi, che ne ha esaltato le qualità offensive ma non ha completato il processo sul piano difensivo. In questo senso, l’ambiente italiano potrebbe favorire la sua crescita, soprattutto con un tecnico come Cristian Chivu, ex difensore centrale, oggi attento a certi automatismi tattici.
L’Inter spera in un’evoluzione alla Hakimi
Il paragone con Achraf Hakimi non è casuale. Anche il marocchino arrivò a Milano con grandi doti in fase di spinta e lacune dietro. Solo con il lavoro quotidiano con Antonio Conte riuscì a trovare equilibrio tra i due momenti del gioco. Luis Henrique si trova in una situazione simile: la sua capacità di saltare l’uomo e portare imprevedibilità lo rende una risorsa necessaria in una rosa che oggi difetta di alternative con le sue qualità. L’Inter è consapevole che servirà tempo, ma non può permettersi di rinunciare a un potenziale punto di svolta per l’intero assetto offensivo.
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