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L’errore fatale (a monte) dell’Inter: ora servono scelte forti, con Inzaghi o chi per lui

La sconfitta con il PSG conferma limiti strutturali e scelte sbagliate: il bel gioco non basta più, serve una rifondazione profonda per provare a tornare a vincere.
L’Inter perde come peggio non potrebbe la finale di Champions League: Luis Enrique asfalta Inzaghi, come testimoniano le pagelle. Difficile capire, anche se la curiosità sarebbe tanta, come il piacentino l’aveva preparata questa gara. È stata una non partita, l’Inter si è accartocciata su sé stessa e questo deve far riflettere molto in ottica futura.
Il grande errore che pesa
La stagione, per noi, resta positiva: si è fatto male in campionato ma si è andati oltre ogni aspettativa in Champions League. La Serie A andava vinta nuovamente considerando il valore di questa rosa e di quelle delle rivali; in Europa sono tante le squadre che sono più forti dei nerazzurri, tra queste ci sono sicuramente Bayern Monaco, Barcellona e PSG. Lo pensiamo da mesi, anche da prima che ogni verdetto venisse emesso: si è sopravvalutato la forza della squadra nerazzurra nella sua totalità. Le famose “due squadre” esistono forse solo numericamente: impossibile con questo organico lottare allo stesso livello su tutti i fronti. Si sarebbe dovuto scegliere una competizione da privilegiare, il che, badate bene, non significa dimenticare le altre. Insomma, per fare un esempio, fare quello che si è fatto la passata stagione.
Gioco bello ma dispendioso: come rifondare
Simone Inzaghi non va assolutamente crocifisso per quanto visto ieri, per gli zero titoli e per il solo Scudetto vinto in quattro anni. Sarebbe una visione estremamente miope della cosa. L’Inter gioca meravigliosamente, ma nel calcio conta vincere, questo è vero. L’impianto di gioco messo faticosamente su dal Demone ha i suoi pro (tanti) e i suoi contro, come ogni cosa. Il non avere il singolo che ti fa la giocata incide ma non è questo il punto: i continui scambi di posizione ed il 3-5-2 per sua natura impongono ai 5 centrocampisti un lavoro immane. E alla fine il conto è arrivato proprio nel momento topico. Va anche considerato il fatto che ormai gli avversari hanno imparato a trovare le contromisure a tutto ciò. Serve quindi apportare modifiche, forse anche nette, il mercato può aiutare molto in questo senso. Ripartire da un’ossatura formata da Bastoni, Barella e Lautaro e inserire nuova linfa in tutti i reparti; ma bisogna cambiare molto anche tatticamente. La società e Inzaghi saranno all’altezza?
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