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L’eco di quella parola, Mkhitaryan e il concetto di squadra ingiocabile

L’armeno parla a La Repubblica raccontando il momento dell’Inter, tra passato, presente e un futuro tutto da costruire.
Henrikh Mkhitaryan ha scelto parole nette, senza fronzoli, così come accaduto in passato. In un’intervista concessa a La Repubblica, il centrocampista armeno ha raccontato il suo modo di vivere il gruppo nerazzurro. Il suo ruolo nello spogliatoio non passa mai per dichiarazioni pubbliche ad effetto. “Parlo poco, solo quando serve. Se lo faccio, è per aiutare la squadra”, ha spiegato. Onestà, rispetto e confronto: secondo Mkhitaryan sono queste le chiavi per costruire una mentalità vincente. Il suo pensiero si muove con coerenza, senza compromessi. “Non cerco di piacere a nessuno. Se c’è da dire qualcosa, non mi nascondo”, ha aggiunto. Una presa di posizione che conferma la sua importanza anche fuori dal campo.
Con Chivu comincia un’altra Inter
L’impatto con Cristian Chivu è stato immediato. Secondo Mkhitaryan, il nuovo allenatore ha trasmesso da subito idee chiare e atteggiamento positivo. “Fin dal primo giorno si è vista la sua impronta”, ha detto. I cambiamenti non riguardano solo l’aspetto tattico. Il modulo rimane simile, ma l’approccio è diverso. “Abbiamo poco tempo, ma bisogna imparare e accettare quello che ci chiede”, ha aggiunto il numero 22, lodando anche il lavoro dello staff. Mkhitaryan ha confermato il saluto privato con Simone Inzaghi: niente messaggi social, nessuna polemica. Il passato resta tale. “Ha preso una decisione. Noi andiamo avanti”. Capitolo chiuso, con sobrietà e maturità.
Una finale alle spalle, un futuro da scrivere
Il dolore per la sconfitta nella finale di Champions League contro il PSG non si è cancellato. “La cicatrice resta”, ha ammesso Mkhitaryan. Ma il messaggio è chiaro: non si vive di rimpianti. L’obiettivo è lavorare per vincere, a partire dai prossimi impegni. Il centrocampista ha anche ribadito una sua frase diventata virale: “Non ho detto che siamo ingiocabili sempre, ma che lo siamo stati in alcune partite, per l’atteggiamento che abbiamo messo in campo. Certo che lo direi di nuovo, lo penso. Se poi qualcuno mi prende in giro, non me ne frega niente”. Infine, ha parlato del proprio futuro. Ha ancora un anno di contratto e nessuna intenzione di fermarsi. “Se non mi cacciano, resto. Dopo l’Inter smetto”. Nessun ritorno in Armenia o trasferimenti esotici. Il calcio per lui resta passione, non una questione economica. E se un giorno tornerà nel mondo del pallone, sarà dopo un periodo di pausa, lontano dai riflettori.
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