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Lautaro-Calhanoglu, caos totale: la decisione di Chivu è eclatante

La bagarre Lautaro Calhanoglu, che ha coinvolto anche Marotta, ha rischiato di far esplodere lo spogliatoio dell’Inter. CI ha pensato Chivu a trovare la soluzione
L’Inter è ufficialmente entrata nella sua nuova era. L’era di Cristian Chivu, 44 anni, appena tre mesi sulla panchina nerazzurra e già immerso fino al collo in una stagione che si preannuncia carica di sfide. Non solo tattiche, ma anche umane. Perché costruire una squadra vincente non significa solo trovare l’assetto giusto in campo, ma anche guarire i nervi scoperti di uno spogliatoio che ha vissuto momenti di frizione evidenti. L’episodio più eclatante si è consumato all’indomani dell’eliminazione dal Mondiale per Club: nel post partita contro il Fluminense, Lautaro Martínez – fascia di capitano al braccio e il peso del fallimento sulle spalle – ha lasciato trapelare un malcontento profondo. Le sue parole, tutt’altro che casuali, hanno avuto come destinatario implicito Hakan Calhanoglu, accusato velatamente di scarso attaccamento alla maglia.
Il centrocampista turco, per giorni dato vicino all’addio, è poi rientrato nei ranghi nonostante le avances di Galatasaray e Fenrbahce. Ma il messaggio era chiaro: serviva un punto fermo, un nuovo baricentro morale e sportivo per ricomporre le fratture. In questo contesto delicato, Chivu ha preso il timone con un’idea precisa: trasformare l’Inter in una squadra più imprevedibile, più compatta, più libera nelle idee ma più rigorosa nei principi. Il 3-5-2 non è più un dogma, il pressing alto e la verticalizzazione immediata sono i nuovi mantra. Ma il cambiamento più profondo è avvenuto fuori dal campo.
Chivu è il leader: l’Inter lo ha capito fin dal primo giorno
Il leader nerazzurro è Cristian Chivu. Una frase semplice, pronunciata senza alzare la voce, ma sufficiente a rimettere in carreggiata un gruppo che rischiava di frammentarsi. Cristian Chivu ha scelto la via della chiarezza. Nella riunione a Charlotte, ben prima delle tensioni fra Lautaro e Calhanoglu, l’allenatore ha preso la parola davanti alla squadra e ha tracciato il perimetro: rispetto, responsabilità e una gerarchia netta. In un gruppo dove le personalità forti non mancano, era il passo necessario per evitare derive pericolose. Il feeling con la dirigenza è totale. Marotta e Ausilio, che conoscono Chivu dai tempi in cui allenò il settore giovanile, non hanno mai avuto dubbi: la scelta non è stata frutto della confusione, ma di un coraggio calcolato.
Il tecnico ha già partecipato attivamente ai dialoghi di mercato, anche ieri in sede per confrontarsi sul prossimo tassello da aggiungere. Una partecipazione che racconta quanto il suo ruolo sia centrale, anche nelle strategie societarie. La sfida è ambiziosa: riportare il titolo a casa dopo un’annata a secco, resettare le tensioni interne e costruire un’identità tecnica riconoscibile. Il percorso sarà lungo, ma la rotta è chiara. L’Inter ha scelto Chivu, e Chivu ha scelto di prendersi l’Inter. Senza più alibi. Con il coraggio di chi sa che il carisma non si improvvisa, si esercita. Giorno dopo giorno.
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