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Inzaghi, c’è un dettaglio che nessuno ha notato: ora tutto cambia

Una serata già storica, ma secondo Borghi c’è stato un istante preciso in cui tutto ha preso una piega inattesa: pochi lo hanno davvero capito.
Quando la partita sembrava destinata a finire ai tempi regolamentari, qualcosa è scattato: Inter-Barcellona è stata una di quelle sfide che rimangono nella memoria collettiva, non solo per il punteggio finale o per la posta in palio, ma per le sensazioni che ha saputo generare. Il 4-3 dei nerazzurri ha scritto una nuova pagina nella storia del club, e non solo per l’accesso alla finale di Champions League ma anche per quelle che saranno le conseguenze future. C’è stato un momento, nel caos del match, che ha dato il via a tutto. Secondo Stefano Borghi, opinionista di Sky Sport, è il gol di Acerbi ad aver spalancato una porta su qualcosa di più grande, come se quel destro inaspettato avesse avuto il potere di cambiare il destino. Un difensore centrale che si trova lì, in quel momento, a segnare un gol da attaccante, tra l’altro col suo piede debole: un segnale che qualcosa di speciale stava per accadere.
Il talento che ha sfiorato il cielo
Tra i protagonisti della serata anche un ragazzo di soli 17 anni, Lamine Yamal. Il suo primo tempo ha messo in difficoltà la retroguardia nerazzurra, mostrando lampi di un talento fuori scala. Borghi ha usato parole forti per descriverlo: “Non corre, galleggia”. Una leggerezza mai vista prima, nemmeno nei grandi del passato. Messi e Maradona avevano doti uniche, ma questo dettaglio lo rende diverso. In quel palo colpito nei minuti finali, secondo Borghi, il calcio ha lanciato un messaggio a Yamal: il tempo per brillare arriverà, ma non ora. È un passaggio quasi simbolico, il momento in cui il giovane campione sfiora la gloria ma viene rimandato, mentre l’Inter scrive il suo finale.
Un allenatore arrivato al massimo livello
Il cuore del discorso di Borghi, però, si concentra su Inzaghi. Non è più il tecnico della gestione, del possesso ragionato o delle sostituzioni scolastiche. È un allenatore capace di costruire piani, ma anche di modificarli nel vivo della battaglia. L’andata e il ritorno contro il Barcellona non sono stati la stessa partita. Nella seconda sfida, il pressing è stato diverso, la gestione di Yamal più lucida, le scelte più efficaci. Tutto è stato più maturo. Questa evoluzione è il segnale più forte: Inzaghi ha raggiunto un nuovo livello.

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