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Inter, una finale senza reazione né orgoglio: il dato eloquente che condanna la squadra

Il bilancio offensivo dell’Inter nella serata più attesa dell’anno ha lasciato perplessi. Una statistica in particolare sintetizza una prestazione da dimenticare.
L’ultimo atto della Champions League ha visto l’Inter cadere senza appello contro il PSG, autore di una prova dominante. La squadra di Luis Enrique ha imposto sin dai primi minuti il proprio ritmo, lasciando pochissimi spazi. I nerazzurri sono apparsi subito in difficoltà, incapaci di contenere gli attacchi avversari e di costruire una reazione credibile. Una debacle che deve far riflettere tutti ad ogni livello, non solo per quel che riguarda la panchina.
Attacco spento e alternative assenti
Il confronto ha messo in luce le difficoltà offensive dell’Inter, rimaste senza risposte per tutta la durata della partita. La mancanza di soluzioni si è fatta sentire anche tra le seconde linee. Le riserve offensive non hanno mai dato un contributo significativo nel corso della stagione. Né Taremi, né Arnautovic, né Correa sono riusciti a garantire affidabilità o pericolosità nelle fasi decisive. La sensazione è che la squadra, priva della ThuLa al massimo della forma, non sia mai riuscita a trovare un’alternativa credibile per incidere davanti. Un limite evidenziato in modo netto nella sfida più importante.
Il primo tiro arriva solo al 75’
Il dato più significativo della serata, riportato anche da La Gazzetta dello Sport, è che il primo tiro in porta dell’Inter è arrivato al minuto 75, a risultato già compromesso. “Thuram e Lautaro sono spariti, non si sono presentati, travolti da loro stessi ancor prima che mangiati dagli avversari – si legge sul quotidiano –. Travolti da una gamba che non andava, da una testa paralizzata: non una giocata, non un segnale, il primo tiro in porta – appunto – a 15’ dalla fine di Thuram sul 3-0 per il PSG”. Il dato sintetizza alla perfezione la serata nerazzurra, chiusa senza mai dare la sensazione di potere realmente mettere in difficoltà i campioni d’Europa.
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