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Inter, Scudetto buttato che fa emergere un grande dubbio su Inzaghi

Una riflessione accesa sul finale di stagione riaccende il dibattito: tra occasioni mancate, stanchezza e scelte discutibili, c’è chi punta il dito con decisione.
Con la vittoria di ieri sera, il Napoli di Antonio Conte ha conquistato il titolo di campione d’Italia. Un trionfo cercato con forza e determinazione, arrivato al termine di una stagione che ha visto i partenopei superare ostacoli e avversari grazie alla continuità dei risultati. La festa è partita subito dopo il triplice fischio e ha coinvolto tutta la città, mentre nel resto d’Italia si moltiplicano le analisi sul perché l’Inter non sia riuscita a confermarsi campione nonostante una rosa ricca di qualità.
Una stagione dai due volti nerazzurri
Il direttore di Tuttosport, Guido Vaciago, oggi in edicola, offre una lettura netta: “Il Napoli ha voluto fortissimamente lo Scudetto, l’Inter lo ha un po’ buttato via”. Nel suo editoriale ripercorre le tappe che, a suo parere, hanno compromesso la corsa dei nerazzurri: Bologna, Parma, Milano contro Milan e Roma, Firenze, e persino il pareggio rocambolesco con la Juventus, passato in pochi minuti da un possibile 5-2 al clamoroso 4-4 finale. Una sequenza di partite che, viste oggi, lascia l’amaro in bocca a molti tifosi. Perdere il campionato per un solo punto, scrive Vaciago, porta a cercare proprio quei momenti in cui si è lasciata sfuggire l’occasione.
Un campionato perso anche nella testa
Vaciago, infine, tocca un tema delicato: la condizione mentale e fisica dell’Inter. I numeri parlano chiaro: 58 partite giocate, contro le 41 del Napoli. Una differenza enorme, che ha influito sulle prestazioni e sul rendimento in Serie A. Ma il punto chiave resta un altro: l’Inter, secondo lui, ha mostrato superficialità, supponenza e un calo di concentrazione dettato da un’eccessiva fiducia nei propri mezzi. A questo si aggiunge una critica mirata a Simone Inzaghi. Vaciago non ne mette in dubbio il valore, ma sottolinea come sia il secondo campionato perso all’ultima curva dopo quello del 2022. Un possibile indizio, scrive, di una tendenza a gestire meglio i tornei a eliminazione rispetto a quelli di lunga durata.
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