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Inter sconvolta, tragedia disumana per il bomber: “Sequestrato”
Non c’è solo il calcio da raccontare dietro ai campioni che inseguono un pallone. L’Inter è stata sconvolta dalla tragedia che ha colpito il bomber.
La storia dell’Inter è un intreccio di gloria, trofei e personaggi entrati a pieno titolo nella leggenda del calcio. Dalla nascita nel 1908 fino ai giorni nostri, il club nerazzurro ha costruito una tradizione unica fatta di successi sul campo e di icone che hanno scritto pagine indelebili nella memoria dei tifosi. Lo testimoniano le notti di Champions League, i derby vinti, gli scudetti cuciti sul petto e l’orgoglio di aver dato un’impronta internazionale al calcio italiano. Eppure, al di là della sfera di cuoio e degli applausi del “Meazza”, c’è un’altra faccia della medaglia che troppo spesso rimane nascosta. Dietro ai campioni che hanno indossato la maglia nerazzurra ci sono uomini, con fragilità, scelte difficili e percorsi che non sempre hanno trovato una via luminosa.
Il calcio, per quanto possa regalare fama e ricchezza, resta uno sport in cui la carriera dura poco e in cui basta un attimo, una decisione sbagliata o un cambio improvviso di scenario politico ed economico, per veder crollare quanto costruito in anni di sacrifici. Il destino di alcuni ex protagonisti del campo è stato segnato da investimenti azzardati, vicende giudiziarie o problemi personali. Altri, invece, si sono ritrovati travolti da dinamiche più grandi di loro, lontane persino dal calcio stesso. Ed è proprio qui che si colloca una delle storie più incredibili, quella di un attaccante che aveva lasciato un ricordo non certo indelebile in Italia, ma che oggi vive una vita completamente diversa, lontanissima dai riflettori del grande calcio.
Hakan Sukur, dall’Inter a Uber: una parabola incredibile
A 54 anni, Hakan Sukur, ex attaccante turco che ha vestito anche le maglie di Inter, Torino e Parma, si guadagna da vivere come autista di Uber a Washington. Una parabola sorprendente per chi, in patria, era stato acclamato come eroe nazionale, simbolo della nazionale turca capace di arrivare fino al terzo posto ai Mondiali del 2002. Il crollo non è stato dovuto a investimenti sbagliati o a vizi personali, ma a una scelta politica che ha cambiato per sempre la sua vita. Dopo il suo ingresso in politica, Sukur è finito nel mirino del governo turco per i presunti legami con l’oppositore Fethullah Gülen. Da quel momento è iniziata una vera persecuzione: “Mi ha tolto tutto”, ha raccontato. Il partito al potere ha confiscato i suoi beni, suo padre è stato arrestato, mentre lui e la sua famiglia sono stati oggetto di minacce e intimidazioni.
La boutique della moglie è stata devastata, i figli molestati per strada, fino alla decisione di lasciare la Turchia. Una fuga che lo ha portato negli Stati Uniti, dove oggi conduce una vita lontana dal lusso del passato, ma segnata da un’amara dignità. È stato un momento molto difficile per la mia famiglia – ha spiegato l’ex bomber, che nel calcio italiano aveva lasciato intravedere il suo talento, pur senza mai imporsi come nei suoi anni migliori in patria. La vicenda di Sukur resta uno dei casi più emblematici di come il destino di un calciatore possa ribaltarsi drasticamente. Un eroe con la maglia nerazzurra e con la nazionale, oggi ridotto a reinventarsi in un altro mondo, lontanissimo da quello che lo aveva reso celebre.
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