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Inter-PSG, finale tra due mondi diversissimi: ultima chiamata per molti nerazzurri

A Monaco sarà una finale tra modelli opposti: esperienza contro gioventù, possesso contro verticalità, in un duello carico di tensione e significati.
La finale di Champions League tra Inter e Paris Saint-Germain metterà di fronte due filosofie opposte per tanti aspetti. Lo scontro sul campo sarà anche uno scontro tra modelli sportivi, tra chi punta sulla continuità e chi ha scelto la rivoluzione. Come scrive il Corriere della Sera, la finale sarà anche una sfida generazionale. I nerazzurri hanno l’età media più alta dell’intera competizione, 29 anni e tre mesi. I parigini, al contrario, viaggiano su una media di 23 anni e due mesi. Anche per questo motivo il prossimo mercato dei nerazzurri si preannuncia scoppiettante.
Inter penalizzata anche fuori dal campo
Il confronto tra le due finaliste si estende anche agli aspetti economici. Il divario nel fatturato appare netto: 807,9 milioni per il PSG, 359,2 per l’Inter. Un abisso che incide sulle possibilità di investimento, sul valore delle rose e sulla strategia dei club. A fronte di queste cifre, Oaktree ha già tracciato la linea per il futuro: dopo la finale, inizierà un processo di ringiovanimento del gruppo. La nuova proprietà americana intende costruire un ciclo sostenibile. Per ora, però, il focus resta sulla finale. L’Inter punterà tutto sull’esperienza dei suoi senatori per provare a colmare il gap fisico e tecnico con i francesi.
Duello tra esperienza e freschezza atletica
Nel PSG solo Marquinhos ha superato i trent’anni. L’Inter invece conta su tre elementi chiave sopra i 35: Sommer, Acerbi e Mkhitaryan. Ognuno avrà un compito preciso. Il portiere svizzero dovrà essere decisivo con le sue parate, il centrocampista armeno gestire il ritmo, mentre il difensore italiano avrà il compito più complicato: fermare Dembelé. Il francese agirà da falso nove per liberare gli spazi sulle fasce, dove si muoveranno Kvaratskhelia, Barcola e Doué. Dalla parte opposta, l’Inter dovrà fare i conti con una squadra molto più compatta del Barcellona in fase difensiva, con Donnarumma pronto a rispondere sotto pressione. Per il Corriere, sarà l’esperienza a fare la differenza nei momenti chiave.
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