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Inter, porte chiuse e tanti dubbi: la gestione Chivu prende forma

Allenamento a porte chiuse per l’Inter negli Stati Uniti, tra infortuni e assenze importanti: Chivu imposta il lavoro senza distrazioni esterne.
La terza giornata del ritiro estivo dell’Inter negli Stati Uniti si è svolta nel silenzio più assoluto. Cristian Chivu ha ordinato che l’intero allenamento si tenesse a porte chiuse, impedendo l’accesso anche a osservatori neutrali e operatori della stampa. Una mossa netta, che punta alla massima concentrazione per uno spogliatoio ancora in fase di costruzione. La volontà dello staff tecnico è chiara: isolare la squadra da ogni influenza esterna per affrontare al meglio questa fase cruciale. Si è detto che la scelta di affidare la squadra a Chivu dopo l’addio di Inzaghi sia stata fatta per garantire continuità, ma in realtà, al di là del modulo, la formazione titolare ed il modo di giocare della squadra potrebbe cambiare molto.
Infermeria piena e rientri ancora da valutare
La Gazzetta dello Sport però è riuscita a risalire alle novità sulle condizioni degli infortunati. Calhanoglu, Bisseck, Zielinski e Pio Esposito hanno lavorato ancora a parte. Il turco dovrebbe saltare solo la prima partita del Mondiale, mentre per il giovane attaccante si spera in un recupero in vista del match contro il River Plate. Per Bisseck e Zielinski, invece, i tempi appaiono più lunghi: il rientro è previsto dopo la conclusione della fase a gironi. Anche Davide Frattesi ha svolto lavoro differenziato per un affaticamento muscolare riscontrato al rientro dagli impegni con la Nazionale.
Scelte tecniche e incognite da gestire
Con un gruppo ancora incompleto, Cristian Chivu si trova a dover calibrare il lavoro quotidiano in funzione delle tante assenze. La coperta è corta soprattutto in attacco dove sicuramente mancherà Taremi che è rimasto bloccato in Iran per via della guerra. Alle spalle di Thuram e Lautaro Martinez c’è il solo Sebastiano Esposito, che tra l’latro è in uscita; Valentin Carboni si allena in gruppo da giorni ma è reduce dalla rottura del legamento crociato del ginocchio e quindi il suo stato di forma è un’incognita.
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