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Inter: la meteora spiega cosa non ha funzionato in nerazzurro e attacca
L’ex attaccante Darko Pancev, all’Inter dal 1992 al 1995 con una parentesi al Lipsia nel mezzo, non nutre particolari rancori per la sua esperienza in nerazzurro.
Darko Pancev alla Gazzetta dello Sport racconta le sue sensazioni su Inter-Stella Rossa di stasera e qualche retroscena riguardante la sua avventura in nerazzurro. “Mia partita? Non solo mia. Crea eccitazione in milioni di tifosi nel mondo, si sfidano due club che hanno vinto la coppa più importante: qualsiasi amante del calcio la guarderà con interesse. Mi aspetto un match imprevedibile ed entusiasmante, ma di solito capita quando c’è di mezzo l’Inter, che resta una delle squadre più forti del mondo”.
Le sensazioni
“È chiaro per chi farò il tifo io: per me la Stella Rossa, assieme al Vardar, la società macedone in cui sono cresciuto, è… tutto. E non parlo solo di calcio, ma di vita. Mi ha insegnato davvero come stare al mondo. Al di là del mio tifo, è una sfida che mi dà emozioni particolari visto che ho indossato la maglia di entrambi le società: quattro stagioni da una parte e tre dall’altra, anche se con risultati ben diversi. E non solo per colpa mia…”.
Le sensazioni che ha verso il club nerazzurro
“Vi state sbagliando se anche voi state pensando che Darko Pancev sia amareggiato, arrabbiato e carico di odio nei confronti dell’Inter. Non può essere così. L’Inter è un grande nome da rispettare, una istituzione che è esistita, esiste ed esisterà a prescindere dalle fortune di chi ci gioca. Non posso accusarla per come sono andate le cose per me”.
L’accusa
“Non faccio i nomi, ma singole persone mi hanno sabotato dall’interno. Dirigenti che occupavano posizioni altissime, inadeguati e incompetenti. Il prezzo pagato per colpa loro, non solo da me, ma anche dalla stessa società, lo si vede dal fatto che dopo è servito tantissimo tempo per tornare ai vertici. Moratti ha dovuto spendere e pazientare per 15 anni prima di cambiare davvero l’organizzazione, la cattiva atmosfera, la decadenza interna, lo spirito perdente, poi ha vinto col “maestro” Mancini. Non solo io, nella mia epoca in tanti se ne sono andati in fretta da Milano e sono riusciti a costruire belle carriere altrove”.
La Stella Rossa attuale
“È una squadra giovane, affamata, con un futuro luminoso davanti. Non vi stupite se nel giro di qualche anno tornerà ai massimi livelli europei. Nei Balcani il talento non manca mai, ma la debolezza economica ha un po’ frenato gli ultimi risultati. Adesso si è investito nelle infrastrutture e questo darà presto i frutti. La squadra di Milojevic ha poi un gioco veloce, organizzato e, come da tradizione della Stella Rossa sin dalla fondazione, sempre offensivo. Vuole segnare un gol di più, non pareggiare”.
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