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Inter, il segreto dietro il crollo: nessuno ne parla, ma è sotto gli occhi di tutti

Crollo fisico o qualcosa di più profondo? L’Inter smarrisce certezze proprio nel momento decisivo: un segnale inquietante apre profonde riflessioni.
C’è una differenza sottile tra un crollo e una resa, e l’Inter sembra oscillare pericolosamente tra le due. L’ennesima sfida contro il Milan della stagione si è trasformata in un’altra occasione mancata, un déjà-vu doloroso che mette a nudo le fragilità dei nerazzurri. Cinque stracittadine, cinque schiaffi al proprio orgoglio. A nulla è servita la superiorità mostrata in Europa o la posizione in classifica nettamente migliore rispetto a quella dei rossoneri: quando si tratta di derby, qualcosa si inceppa. Il peso delle partite, la pressione della posta in palio, la stanchezza fisica e mentale hanno colpito con una forza brutale. La società si è stufata ed è pronta a fare scelte fortissime nei confronti di alcuni giocatori.
Un Milan a pezzi che ritrova il sorriso
La differenza l’ha fatta la fame. Quella di chi, come il Milan, si giocava le ultime carte per dare un senso alla stagione. Perché se la corsa scudetto è finita da mesi, se la Champions si è fermata già ai playoff, la Coppa Italia può ancora dare qualcosa di tangibile. Un posto in Europa League, una Supercoppa già in tasca, ma soprattutto un trofeo, un’immagine da salvare. Sembra paradossale, ma adesso sono i rossoneri a godere di un vento favorevole. Nonostante i limiti strutturali e le frustrazioni accumulate, sono riusciti a colpire proprio dove fa più male. L’Inter ha tremato, ha sbagliato, ha dato l’idea di non saper reggere il peso delle ambizioni. E mentre Inzaghi si interroga sul turnover che non funziona e sulle gambe scariche, Conceicao si gode un sorriso che non vedeva da tempo.
Il rischio concreto di restare a mani vuote
Il paradosso più crudele è che quasi tutto è ancora in gioco, ma ora sembra tremendamente distante. Perché se è vero che la Champions e il campionato restano teoricamente alla portata, lo stato d’animo è quello di chi ha appena perso qualcosa di più importante di un trofeo: la certezza nei propri mezzi. La sconfitta nel derby, unita allo scivolone di Bologna, ha tolto brillantezza a Lautaro, lucidità a Barella, slancio a Dimarco. I sostituti non hanno risposto, le assenze pesano, il calendario diventa una montagna verticale. Domenica arriva la Roma, poi il Barcellona: due crocevia per non buttare via tutto, avverte la Gazzetta dello Sport. Ecco perché, ora più che mai, servono nervi saldi.

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