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Inter, il grande cruccio che ha tormentato per tutta la stagione e lo sfizio

Nel suo editoriale, Paolo Condò analizza i diversi percorsi di Inter e Napoli: c’è qualcosa che ha condizionato tutta l’annata dei nerazzurri.
Nel suo intervento sul Corriere della Sera, Paolo Condò ha scelto di dedicare l’editoriale alla lotta scudetto tra Napoli e Inter, arrivata al suo atto conclusivo. Il giornalista ripercorre i momenti salienti del campionato e delinea i contrasti tra aspettative e risultati. Lo scenario che si presenta prima dell’ultima giornata è quello di una resa dei conti non solo sul campo, ma anche sul piano psicologico. Le due squadre arrivano con spiriti diversi e bagagli carichi di pressioni: i nerazzurri, ad esempio, non hanno ancora superato del tutto lo shock successivo ad Inter-Lazio. Condò sceglie una lettura più profonda, andando oltre la classifica.
Napoli, Inter e il peso delle attese
Condò pone l’accento su come le aspettative abbiano influenzato l’Inter più del Napoli. “Il cruccio è un campionato che avrebbe dovuto vincere”, scrive, evidenziando una convinzione condivisa: la superiorità tecnica della rosa di Inzaghi rispetto alle concorrenti. Secondo il giornalista, questa certezza ha avuto un effetto destabilizzante sulla squadra, che ha vissuto con l’obbligo del risultato e ha finito per pagare mentalmente questa pressione. Una condizione che, per Condò, ha avuto effetti evidenti sul rendimento in Serie A, dove sono mancati continuità e sangue freddo nei momenti decisivi.
Un cammino opposto tra A e Champions
La riflessione di Condò si concentra sul doppio volto della stagione dell’Inter. L’editorialista parla di quello che inizialmente poteva essere uno “sfizio” per indicare il cammino europeo della squadra, che ha superato ostacoli ben più ardui rispetto a quelli incontrati in Italia. La squadra ha saputo imporsi su palcoscenici internazionali molto difficili, superando anche i quarti di finale, considerati il traguardo realistico. Il contrasto tra le difficoltà del campionato e le imprese europee lascia spazio a un’interpretazione più umana della stagione nerazzurra. Una squadra che ha forse dato il meglio di sé lontano dalle pressioni quotidiane, trovando motivazioni e concentrazione solo quando nessuno poteva più darle per favorita.
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