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Inter, il futuro è adesso: Oaktree valuta i cambi

Un dato sorprendente è saltato all’occhio prima del fischio d’inizio di PSG-Inter ed ha sollevato domande precise sul futuro della squadra nerazzurra.
Quando sono state diramate le formazioni ufficiali di PSG-Inter, l’occhio è caduto su un contrasto evidente. Due undici iniziali con profili molto diversi non solo per caratteristiche tecniche o tattiche, ma soprattutto per età. La Gazzetta dello Sport ha rilevato con precisione numerica questo squilibrio anagrafico, facendo notare quanto la distanza tra le due squadre fosse marcata sotto questo aspetto. Una finale che ha messo di fronte un gruppo giovane e dinamico, pronto ad aprire un nuovo ciclo, a uno che ha raggiunto probabilmente il punto più alto della propria parabola. Da tempo pensiamo che per l’Inter sia necessario correre ai ripari anche con mosse forti.
Una differenza mai vista in finale europea
Secondo i dati riportati dal quotidiano sportivo, l’età media dei titolari del Paris Saint-Germain era di 25 anni e 96 giorni, contro i 30 anni e 242 giorni dei titolari dell’Inter. 5 anni e 146 giorni in più per i nerazzurri, una distanza mai registrata prima in una finale di Champions League. La differenza si è vista anche in campo, con il PSG che ha mostrato brillantezza, corsa e intensità per larghi tratti della partita. Una situazione che inevitabilmente porta a riflessioni sulla costruzione della rosa interista e sulla sostenibilità a lungo termine di un gruppo così esperto, ma in molti casi prossimo alla soglia del declino atletico.
Il dossier rinnovamento torna d’attualità
Secondo La Gazzetta, la partita ha riacceso con forza un tema già noto ai dirigenti dell’Inter. Il rinnovamento della rosa, sospeso per esigenze di continuità tecnica e obiettivi a breve termine, diventa ora una necessità concreta. In tribuna erano presenti tutti i principali rappresentanti del fondo Oaktree: Katherine Ralph, Alejandro Cano, Renato Meduri e Carlo Ligori. Il segnale è chiaro: da Sommer ad Acerbi, da Mkhitaryan a Darmian, passando per De Vrij, c’è un blocco che ha dato tantissimo ma che ora rischia di essere a fine ciclo. Gli arrivi di Sucic e Luis Henrique, già definiti, sono passi nella giusta direzione, ma non bastano. Servono ulteriori innesti di prospettiva in difesa, a centrocampo e in attacco, per garantire competitività e sostenibilità al progetto nerazzurro.
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