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Inter-Bayern, San Siro era nel panico, ci ha pensato il Demone a rimettere tutto in ordine: il retroscena

Mentre San Siro tratteneva il fiato e il Bayern sembrava in controllo, Inzaghi ha fatto un gesto quasi invisibile che potrebbe aver cambiato il destino della gara.
Simone Inzaghi si è preso un posto tra i grandi con una naturalezza che sembra quasi disarmante. Con la vittoria nel doppio confronto contro il Bayern Monaco, ha portato l’Inter alla seconda semifinale di Champions League da quando siede sulla panchina nerazzurra. Un traguardo che, nel contesto della storia interista, assume contorni speciali. Pochi tecnici erano riusciti a farlo, solo lui ed Helenio Herrera. Eppure lui c’è riuscito senza clamore, affidandosi al lavoro quotidiano, alle sue certezze, a un gruppo che lo segue. La doppia sfida col Bayern non ha solo premiato l’organizzazione, ma ha esaltato la capacità di Inzaghi di leggere ogni momento. Il traguardo della semifinale è realtà, ma ora il pericolo ha un nome preciso: Barcellona. I biglietti per la sfida che si giocherà a San Siro sono già in vendita.
Barcellona nel mirino: una sfida che può cambiare tutto
L’Inter ci arriverà con entusiasmo, ma anche con la consapevolezza che la sfida potrebbe essere profondamente diversa da quella contro il Bayern. Ecco perché Inzaghi ha già cambiato marcia: terminata la festa europea, il tecnico ha fissato il prossimo obiettivo. Prima Bologna, poi la preparazione verso una doppia sfida che potrebbe ridisegnare l’intera stagione. Qualcosa nel suo sguardo è cambiato. Non c’è traccia di appagamento. Solo voglia di alzare l’asticella.
L’intelligenza di chi sa aspettare il momento giusto
Tornando alla gara di ieri sera, la Gazzetta dello Sport ha raccontato bene un retroscena: nel momento più difficile, quando dopo il gol di Kane la tensione si tagliava a fette e San Siro sembrava sprofondato nel silenzio, Inzaghi ha trasmesso calma. Non urla, non gesti plateali, ma un semplice “calma, calma” rivolto ai suoi giocatori. Il maxischermo mostrava un risultato ancora aperto: è lì che l’allenatore ha puntato il dito per far capire ai giocatori che era tutto nelle proprie gambe. Ed è in quel frangente che la squadra ha reagito. Il tecnico ha saputo proteggere le energie dei titolari nell’arco di questa settimana. Una gestione lucida, da allenatore maturo, abituato ormai alle grandi notti. Non più l’uomo da coppe e basta: ora è anche il leader di un gruppo solido, ambizioso, pienamente dentro il sogno Champions.

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