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Inter, Barella e il confronto interno dopo la finale persa contro il PSG

Le riflessioni di Nicolò Barella sulla finale di Champions League persa contro il PSG e l’importanza del percorso fatto dall’Inter.
L’Inter sta affrontando il Mondiale per Club ma la sensazione è che il peso della netta sconfitta subita nella finale di Champions League contro il Paris Saint Germain si senta ancora. Il centrocampista nerazzurro, Nicolò Barella, ha condiviso i suoi pensieri su questo risultato deludente e su come la squadra stia cercando di fare tesoro dell’esperienza vissuta. Il vice-capitano si è espresso ai microfoni di Dazn, cercando di analizzare la partita e il cammino della squadra milanese nella competizione europea.
La difficoltà nel trovare una spiegazione
Durante l’intervista, Barella ha ammesso che la sconfitta per 5-0 nella finale contro il PSG è difficile da spiegare. Ha dichiarato: “Cosa è successo in quella finale? Diciamo che una risposta non ce l’ho e una spiegazione probabilmente non c’è, un insieme di tanti fattori“. Il centrocampista sottolinea come la squadra abbia cercato di confrontarsi internamente per comprendere le diverse sensazioni e opinioni tra i giocatori: “Abbiamo cercato di parlare tanto e di confrontarci anche tra i più grandi, non per trovare il colpevole ma per capire dentro di noi le nostre sensazioni: son state tutte diverse, quindi vuol dire che c’erano tanti elementi“.
L’impegno futuro e il ruolo di Barella come leader dell’Inter
Barella, nato nel 1997, ha già accumulato 288 presenze e 88 goal con la maglia dell’Inter, dimostrando di essere uno dei pilastri della squadra. Guardando anche al futuro, ha espresso la sua determinazione a migliorare ulteriormente e a contribuire al successo del club: “Abbiamo perso contro la squadra più forte del mondo e abbiamo vinto con le altre due più forti del mondo (Bayern Monaco e Barcellona, ndr). Quindi mi tengo questo percorso. E questa grandissima esperienza. Quello che posso fare è cercare ora di dare il meglio che posso per aiutare i miei compagni, la società, e il mister“.
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