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Inchiesta ultras: quadro poco edificante della curva interista, spunta un viaggio in Polonia
Arrivano senza soluzione di continuità aggiornamenti e retroscena riguardanti l’inchiesta che sta sconquassando le curve meneghine.
Nel cuore dello sport, in quelle arene dove la passione dovrebbe vibrare all’unisono con i valori di lealtà e rispetto, emergono talvolta storie che, come fossero amare pillole di realtà, ricordano come il tifo possa degenerare in dinamiche ben lontane dal gioco pulito.
È il caso di alcune recenti rivelazioni riguardanti la curva dell’Inter, dove si è scoperchiato un vaso di Pandora che svela una realtà pericolosa, di cui si è fatto portavoce il Gip Domenico Santoro, sollevando un polverone sulla condotta di specifici gruppi di tifosi nerazzurri.
Un’indagine rivelatrice
L’indagine ha messo a nudo le attività svolte da una parte dei sostenitori della curva nerazzurra. L’inchiesta, come riporta La Repubblica, porta alla luce un comportamento organizzato che non teme confronti con una vera e propria associazione a delinquere. Le carte del processo parlano chiaro, testimonianze e indagini delineano un quadro preoccupante all’interno di questo gruppo di appassionati del calcio.
Alle radici della violenza
La decisione di cercare nuove strategie per diventare più temibili e organizzati nasce da un episodio che ha scosso i tifosi nerazzurri: il tentato attacco da parte di una sessantina di hooligans catalani durante la partita Inter-Barcellona, conclusasi 1-2 cinque anni fa. L’episodio, se da un lato non portò a conseguenze dirette grazie al fallimento dell’attacco, dall’altro scoperchiò all’interno della curva l’amara realizzazione di essere impreparati a simili sfide, spingendo a una mobilitazione per colmare questa percezione di vulnerabilità.
La reazione
A due giorni dall’episodio, il comando decide di prepararsi meglio, con Andrea Beretta, uno dei leader della Nord, che prende in mano le redini dell’organizzazione. Tra le conversazioni intercettate figurano dialoghi che sottolineano la volontà di acquisire strumenti e una certa “organizzazione” per assicurare che la Curva Nord possa “produrre 70 hooligans” pronti alla “battaglia“.
Il viaggio in Polonia: una lezione di violenza
La chiave di volta in questa escalation di impegno e preparazione è rappresentata dal viaggio in Polonia organizzato da Beretta e un gruppo di fedelissimi. L’intento? Instaurare un gemellaggio con i sostenitori della squadra polacca dello Stal Stalowa Wola, noti per una “spiccata inclinazione alla violenza“. Questa mossa segnala un chiaro intento di apprendere tattiche e metodi per intensificare il proprio impegno nel tifo violento.
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