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Inchiesta ultras: emesse condanne ma i club chiedono rimborsi

Dopo mesi di indagini e processi, prende forma un primo quadro giudiziario sulle infiltrazioni nelle curve di San Siro e sulle responsabilità collettive.
Nell’aula bunker del carcere di San Vittore, la giudice Rossana Mongiardo ha emesso sedici condanne in primo grado e due patteggiamenti nel procedimento abbreviato riguardante le curve di San Siro. Il processo, frutto della maxi operazione dello scorso 30 settembre, ha portato a un totale di oltre cento anni di carcere, già ridotti di un terzo per via del rito. È il primo verdetto che fa luce sulle connivenze tra gruppi ultrà e interessi economici legati al tifo organizzato di Inter e Milan. Otto le condanne nel filone nerazzurro: Marco Ferdico, ex vice di Andrea Beretta, dovrà scontare 8 anni, Francesco Intagliata e Giuseppe Caminiti 5, Christian Ferrario 6, mentre Gianfranco Ferdico (padre di Marco) ha ricevuto 4 anni e 8 mesi. A Mauro Nepi e Renato Bosetti sono stati inflitti 4 anni, mentre Matteo Norrito dovrà scontare 4 anni e 8 mesi. Due anni, con sospensione condizionale, per Debora Turiello. Per la curva milanista: Daniele Cataldo è stato condannato a 10 anni, Alessandro Sticco a 5, Fabiano Capuzzo a 4 anni e 4 mesi, Islam Hagag a 3 anni e 4 mesi, e Luciano Romano a 3 anni e 4 mesi.
I club chiedono centinaia di migliaia di euro
Nel procedimento si sono costituite parte civile anche Inter e Milan, assistite dai rispettivi avvocati, chiedendo risarcimenti da circa 600.000 euro ciascuna. A pesare, oltre ai danni patrimoniali legati al calo nella vendita dei biglietti causato da un clima di paura negli stadi, anche il danno d’immagine. I club hanno sottolineato come i media abbiano dipinto le due squadre come sostenute da frange criminali, una narrazione che ha colpito la reputazione delle società. Il tribunale ha disposto che i condannati risarciscano in solido Milan e Inter con 50.000 euro ciascuno, mentre alla Lega Serie A andranno 20.000 euro. Andrea Beretta dovrà risarcire i familiari di Bellocco con 520.000 euro, mentre Lucci e Cataldo dovranno corrispondere un risarcimento alla parte civile Anghinelli. Giovedì è attesa una nuova sentenza, in rito ordinario, per Francesco Lucci, Christian Rosiello e Riccardo Bonissi.
L’ombra lunga dei rapporti tra club e ultrà
Nella requisitoria, il pm Paolo Storari ha parlato di rapporti prolungati e consolidati tra alcuni esponenti dei club e le curve violente. Inter e Milan sarebbero state a conoscenza del controllo esercitato da queste “milizie private” su settori dello stadio, veri territori autonomi con proprie regole e sistemi sanzionatori. Questi legami, secondo l’accusa, non avrebbero coinvolto soltanto i dirigenti sportivi, ma anche forze dell’ordine e ambienti istituzionali che avrebbero tollerato la situazione in nome di un “quieto vivere”. Per il pm, questa legittimazione avrebbe contribuito a rafforzare il potere degli ultrà, percepiti come interlocutori credibili e dotati di autorità. Il fatto che gli steward non potessero operare in curva, la reticenza delle vittime e il “patto di non belligeranza” tra le due tifoserie sono stati elementi chiave nella ricostruzione. Il rischio ora, sollevato dalla Procura, è che l’organizzazione interna dei club non basti a evitare nuove infiltrazioni, motivo per cui resta aperta l’ipotesi di un possibile commissariamento.
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