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Il motivo nascosto dietro i passi falsi dell’Inter? L’idea è inquietante

Quando siamo a due giorni dal match decisivo per l’assegnazione dello Scudetto, ci si interroga sulla tenuta mentale dei giocatori nerazzurri.
Fabio Caressa ha commentato la 37esima giornata di Serie A soffermandosi sul pareggio tra Inter e Lazio. Durante la sua consueta Top 11, il giornalista ha definito il campionato attuale come “a punteggio bassissimo per la testa e la coda e altissimo per chi lotta per l’Europa”, facendo notare come il livello complessivo sembri molto equilibrato, ma non sempre verso l’eccellenza. Nell’equilibrio generale, Caressa ha messo in evidenza come l’Inter abbia sprecato diverse occasioni importanti, tra cui proprio l’ultima contro i biancocelesti. A suo dire, dopo la grande stagione passata, la squadra ha mostrato un certo appagamento, forse anche per via della seconda stella già conquistata. I nerazzurri si stanno preparando alla sfida di Como in un clima particolarissimo: c’è chi è convinto che la rabbia può esplodere da un momento all’altro.
Il pensiero fisso dei nerazzurri: non solo il campo
Nel corso dell’intervento, Caressa ha toccato anche un aspetto meno tecnico ma più psicologico. Secondo lui, l’attenzione dei calciatori dell’Inter potrebbe non essere stata al massimo nelle ultime partite, condizionata da un pensiero fisso: il ritorno in finale di Champions League. In particolare, ha parlato dei giocatori stranieri, spesso molto attenti all’immagine, che considerano la competizione europea come una vetrina di enorme valore. Caressa ha spiegato che “il ritorno d’immagine della Champions non è paragonabile a quello del campionato italiano”, soprattutto nell’epoca dei social. La Premier League fa eccezione, ma per il resto del calcio europeo il discorso regge. Questo tipo di mentalità potrebbe aver inciso sul rendimento recente della squadra di Inzaghi.
Il vero timore di Caressa
A suo avviso, l’Inter ha giocato la miglior partita delle ultime settimane contro il Torino, schierando le seconde linee, proprio perché più “libere mentalmente”. Un dettaglio che, secondo lui, dice molto: contro la Lazio, alcuni titolari potrebbero aver giocato con la testa già al Paris Saint Germain. Il sospetto è che, pur inconsciamente, il pensiero della finale abbia tolto brillantezza fisica e lucidità. “Non è un caso”, ha detto Caressa, “se pareggi due volte nel momento decisivo per il titolo, qualcosa nella testa è mancato”.
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