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Gazzetta – Zhang come Fraizzoli, Pellegrini e Moratti
Lungo articolo di Alberto Cerruti che tratteggia la grande passione che Steven Zhang sta mettendo nell’Inter.
Alberto Cerruti sulla Gazzetta dello Sport ha voluto sottolineare la passione e l’impegno del presidente Steven Zhang che spesso non vengono evidenziati. “Se in campo non vanno gli allenatori, figuriamoci i presidenti. La differenza la fanno e la faranno sempre i giocatori, come si è appena visto a Roma quando il gol di Tonali ha ricacciato l’Inter alle spalle del Milan. Ma se è vero che tutto serve in questa volata rossonerazzurra per lo scudetto, Handanovic e compagni ripartono con una spinta in più: quella di Steven Zhang, “il presidentino” come viene chiamato ad Appiano Gentile e dintorni. Il diminutivo è puramente affettuoso, legato soltanto alla sua giovane età e non certamente al ruolo, perché malgrado abbia soltanto 30 anni, compiuti il 21 dicembre scorso, il numero uno dell’Inter è un presidente vero, non di facciata come altri, e sempre più tifoso”.
“Proprio le sue ultime frasi, pronunciate a Imola in occasione del Gran Premio di Formula uno, hanno dimostrato quanto Steven Zhang sia entrato nel mondo nerazzurro e di riflesso italiano, visto che ha accuratamente evitato di pronunciare la parola “scudetto”. […] Quest’anno ha già festeggiato la Supercoppa italiana, strappata alla Juventus, e proprio dopo l’ultima gara vinta in casa dei bianconeri, che ha rilanciato l’Inter, negli spogliatoi è stato abbracciato dai giocatori che lo hanno strattonato come se fosse uno di loro. […] L’entusiasmo con cui Zhang segue l’Inter, ad Appiano Gentile, a San Siro e anche in trasferta dimostra che, al di là degli interessi economici delle crescenti proprietà straniere, è benvenuta anche la passione, che è sempre stata il punto in comune tra i grandi presidenti italianissimi, come Fraizzoli, Pellegrini e Moratti per rimanere all’Inter, e i tifosi. Senza entrare nel merito dell’impegno altrui, i proprietari americani del Milan e della Roma, invece, sembrano molto più distanti, almeno fisicamente, dalle rispettive squadre e di riflesso dal pubblico. Ognuno, ovviamente, è libero di comportarsi come preferisce, perché alla fine conta vincere. Anche se quest’anno il “tripletino” può fare rima soltanto con presidentino“.
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