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Gazzetta: la curva nord voleva prendere ad esempio la Sud come modello di gestione e..
Continuano a trapelare informazioni ed intercettazioni sull’indagine ultras nelle curve milanesi. I capi della nord avevano un modello in mente..
Le recenti indagini della procura di Milano hanno gettato luce su una realtà preoccupante, dove la ‘ndrangheta, la potente organizzazione criminale calabrese, sembra aver messo radici molto prima di quanto si potesse immaginare, influenzando dinamiche e relazioni all’interno delle tifoserie.
Quello che sta emergendo dall’indagine sulle curve milanesi è un modus operandi paramafioso ed improntato al ricatto verso i protagonisti tra società e campo. Per di più i rapporti tra le due curve fanno pensare ad una co-dipendenza nel nome del guadagno ad ogni costo. Ecco le ultime rivelazioni in merito.
L’indagine sulle curve milanesi
Le indagini condotte dalla procura milanese stanno procedendo in un quadro complicato, che vede al centro l’attenzione verso le curve dell’Inter e del Milan. Le recenti scoperte svelano un coinvolgimento della ‘ndrangheta che va oltre semplici apparenze, infiltrandosi in modo decisivo nell’ambiente ultras, specialmente nella curva Sud milanista, storica roccaforte di tifosi rossoneri. Questa presenza criminale non è nuova, poiché documenti indicano come le cosche calabresi avessero preso posizione all’interno della tifoseria milanista già da tempo, portando con sé un’influenza notevole.
Un ponte tra rivalità storiche
Curiosamente, l’influenza della ‘ndrangheta sembra aver agito come un fattore di pacificazione tra le tifoserie rivali di Inter e Milan, tradizionalmente divise da una competizione accesa sia in campo che fuori. Le forze criminali, infiltrandosi in questo tessuto sociale, avrebbero garantito una sorta di “convivenza pacifica”, pilotata dai propri interessi e dagli affari sottostanti. La stessa figura di Lucci, rilevante all’interno della curva rossonera, emerge dalle indagini come esemplificativa di questa dinamica, in quanto soggetto di riferimento anche per la tifoseria nerazzurra.
Un “modello Milan” tra le tifoserie
L’adesione a pratiche intimidatorie e l’unificazione sotto una singola bandiera sembrano essere state strategie adottate per consolidare il potere e l’influenza all’interno delle curve. L’interista Ferdico, tra le figure chiave di questo scenario, menzionava esplicitamente un “modello Milan”, riferendosi all’efficacia con cui le pratiche di intimidazione venivano attuate nel contesto rossonero. Questa metodologia sembra aver garantito un ruolo di spicco anche nei confronti della tifoseria interista, dimostrando come la criminalità organizzata possa stravolgere gli equilibri tradizionali del tifo.
Implicazioni e preoccupazioni
Queste rivelazioni suscitano preoccupazioni significative sullo stato di salute del calcio italiano e sul profondo legame tra tifo e criminalità organizzata. L’infiltrazione della ‘ndrangheta nelle curve non solo solleva questioni legate alla sicurezza e all’ordine pubblico ma pone anche il problema della perdita di autenticità e della manipolazione degli spiriti sportivi a fini loschi. L’inchiesta in corso alla procura di Milano prosegue in un contesto complicato, con la speranza di fare luce su una realtà che necessita di essere affrontata con fermezza e responsabilità da parte delle autorità e delle istituzioni calcistiche.
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