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Esposito smentisce le dicerie su di sé e fa un’importante ammissione
L’attaccante dell’Empoli Sebastiano Esposito ha trovato la squadra giusta per esplodere: se i toscani eserciteranno il diritto di riscatto per l’Inter sarà addio.
La Gazzetta dello Sport ha intervistato Sebastiano Esposito che ha ricostruito a grandi linee quanto accaduto finora nella sua giovane carriera. “L’Empoli è il primo club di A che ha creduto in me. È una nuova vita, sì. Ha avuto il coraggio, è una famiglia. Dà valore ai soldi e non li sperpera”.
“Io non sono sorpreso da questo avvio, è la gente che è sorpresa. Bisognava venire in ritiro e guardare gli allenamenti. Stiamo bene nei 20 metri, ognuno corre per l’altro”.
Il legame con Lukaku
“Lo sento. Poco fa ero a San Giorgio a Cremano e c’era una sua statua enorme. L’ho chiamato. Per sfotterlo naturalmente”.
Gli ultimi prestiti andati non benissimo
“Ho un carattere fumantino, al Basilea litigai con l’allenatore svizzero, ma poi hanno cacciato lui. All’Anderlecht ho fatto sei mesi, Bruxelles è carina. Sono club organizzati. Per colpa del carattere non mi valorizzavano, l’ho pagato a caro prezzo. Sono permaloso, a volte scontroso, ma sicuro di me stesso. Ma da lì ho avuto la forza di ripartire. Prima Bari e poi Samp. Ho preso il procuratore Giuffredi. E Polito, Andrea Mancini e Pirlo mi hanno dato fiducia”.
Il più forte dei 3 Esposito
“Siamo molto uniti. Salvatore è il più maturo, Pio è bravo, ma non è forte quanto me…”.
Il tifo per i nerazzurri
“È inevitabile. Ci siamo cresciuti e ho imparato a fare la fase difensiva grazie a Tiziano Polenghi. Poi c’è stato Antonio Conte”.
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