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Dubbi e attese intorno alla nuova Inter: non era Chivu l’uomo giusto

La scelta dei nerazzurri di affidare la panchina all’ex tecnico di Parma e Primavera non convince affatto parte della critica.
Mentre i tifosi si preparano alla prossima stagione, il tema della guida tecnica continua a generare dibattito. L’Inter arriva da anni intensi, segnati da successi nazionali e da un ritorno stabile ai vertici europei. Per questo, la scelta del nuovo allenatore non poteva che attirare l’attenzione, considerata la necessità di proseguire con ambizioni elevate. Il contesto non è semplice: c’è un’eredità tecnica e psicologica da raccogliere, in un ambiente che esige continuità ma anche risultati immediati. Cristian Chivu ha ricevuto segnali di fiducia dalla dirigenza, ma non mancano le perplessità. La sua esperienza è ancora limitata, seppur positiva nelle tappe precedenti. Chi conosce bene l’ambiente calcistico italiano non ha esitato a sottolineare la difficoltà di questo incarico.
Una panchina pesante per Chivu
Luca Calamai, nel suo editoriale su TMW, ha definito la scelta un “grande rischio”. Ha riconosciuto in Chivu qualità personali e professionali, ma ha anche messo in dubbio la capacità del tecnico di affrontare la pressione legata a una panchina così esigente. L’idea che l’Inter stia entrando in una fase conclusiva di ciclo rafforza l’impressione di un contesto complicato da gestire.
L’ombra di Allegri sul progetto nerazzurro
Proprio per queste ragioni, nelle ultime ore è tornato in superficie un dettaglio non da poco: l’Inter aveva sondato Max Allegri. Giuseppe Marotta, secondo quanto riportato da Calamai, era pronto a offrirgli la panchina nerazzurra. Per il giornalista, sarebbe stato un profilo ben più esperto, in grado di assicurare solidità e leadership internazionale. Allegri, però, ha scelto una strada diversa: guiderà il Milan, nel tentativo di dare nuova linfa a un progetto fuori dalla Champions. A Chivu il difficile compito di smentire i tanti critici.
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