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Crepe interne alla dirigenza Inter: la preferenza per Chivu non è stata unanime

Il percorso dell’Inter al Mondiale per Club alimenta riflessioni sul nuovo ciclo nerazzurro: un procuratore fa discutere rivelando un retroscena.
L’Inter ha conquistato l’accesso agli ottavi di finale del Mondiale per Club dove i nerazzurri se la vedranno contro il Fluminense. Dopo l’avvio positivo nel torneo, il gruppo guidato da Cristian Chivu si prepara ad affrontare un avversario tecnico e abituato alle competizioni internazionali. Mentre la squadra lavora per preparare l’appuntamento, in Italia si discute dell’impatto di questo nuovo ciclo. Il passaggio da Simone Inzaghi a Cristian Chivu continua a far discutere, anche nei programmi radiofonici che analizzano il momento dei club italiani. L’obiettivo è quello di costruire un’identità solida, ma il contesto dirigenziale sembra più frammentato di quanto si pensasse.
Il dibattito sul nuovo ciclo nerazzurro
Nel corso della trasmissione “Maracanà” su TMW Radio, si è tornati a parlare delle dinamiche interne all’Inter. In particolare, Massimo Brambati ha acceso i riflettori su una possibile divergenza tra diverse componenti della dirigenza. Secondo l’ex calciatore, la scelta di affidare la panchina a Chivu non sarebbe stata condivisa da tutta la struttura societaria. Il riferimento è a un contrasto tra Marotta da una parte, Baccin e Ausilio dall’altra. Brambati ha messo in dubbio anche la tempistica della separazione da Simone Inzaghi, affermando che i dirigenti fossero già informati con largo anticipo della trattativa con l’Arabia. Il passaggio di testimone sarebbe stato dunque il frutto di una scelta pianificata, non di un’improvvisa necessità.
La scelta tecnica divide la dirigenza
Secondo le dichiarazioni rilasciate da Brambati a TMW Radio, Chivu sarebbe una “scommessa” personale di Baccin e Ausilio. Il nome dell’ex difensore non sarebbe stato in alcun modo spinto da Marotta, che si sarebbe sfilato da questa decisione. L’amministratore delegato avrebbe avuto un’altra idea per la panchina: Massimiliano Allegri. Una suggestione mai concretizzata né proposta direttamente all’allenatore, ma che secondo Brambati era ben presente nei pensieri di Marotta. La mancanza di risorse economiche avrebbe spinto il club verso una soluzione più sostenibile, affidandosi a un tecnico interno.
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