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Coronavirus, Lukaku: “La salute di tutti dev’essere la priorità”
L’attaccante dell’Inter, Romelu Lukaku, ha parlato della quarantena, visto che l’Inter è in isolamento fino al 25 marzo.
Nel corso di un’intervista rilasciata al sito Bleacher Report, Romelu Lukaku ha parlato della quarantena dovuta all’emergenza coronavirus.

A tal proposito ha affermato: “Al momento la città è tranquilla, non c’è nessuno in giro. È tutto molto differente da quando sono arrivato, dove c’erano tante persone per strada, i ristoranti erano pieni. Ora non c’è più nessuno. Sono in isolamento, perché quando abbiamo giocato la Juventus un giocatore loro è stato contagiato dal Coronavirus. Posso solo guardare fuori dal balcone, è difficile. Siamo in quarantena per vedere se ci sono sintomi, bisogna prendere la temperatura ogni giorno. Tamponi all’Inter? Per ora no. È successo tutto otto giorni fa, quando torneremo il 25 marzo credo che succederà, ma nessuno ha sintomi. Certo, ci sono persone asintomatiche che sono state contagiate, ma per quanto riguarda noi vedremo il 25”.
Per poi aggiungere: “Non voglio dire di essere spaventato, però è come essere in una bolla e non sapere cosa succede. Allo stesso tempo sei nel paese più colpito d’Europa, ma siccome sei in casa tutto il giorno non capisci cosa succede. Senti solo le ambulanze, era soltanto questione di tempo che qualche calciatore venisse contagiato dal Coronavirus. Ora ce ne sono alcuni in più, è difficile perché manca il gioco che tutti amiamo, ma la salute generale di tutte le persone al mondo è molto più importante”.
In merito al blocco del calcio per il coronavirus ha poi sottolineato come “La salute di tutti dev’essere la priorità. Se non giochiamo in condizioni di sicurezza perché dovremmo giocare? C’è il rischio che qualcuno non sia al sicuro. La mia famiglia è a Bruxelles: mio fratello, mia mamma, mio figlio. Mia mamma è andata via appena ha iniziato a diffondersi il Coronavirus, ho chiamato a casa e ho detto che c’era un aereo privato pronto per tutti. Ho parlato con quattro miei compagni di squadra dell’Inter ieri, perché c’è chi vive nel mio stesso palazzo. Siamo un po’ preoccupati, avevamo anche una buona coesione di squadra. Ci sentiamo comunque spesso, abbiamo un gruppo WhatsApp”.
Per finire ha commentato: “Quando tutto questo sarà alle spalle spero che realizzeremo quello che abbiamo. Che possa servire da lezione. Sto usando questo tempo per riflettere su quello che posso fare meglio per la mia famiglia. Non riguarda me stesso, ma la mia famiglia: è una cosa che faccio sin da quando ero piccolo”.
