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Conte: “La Juventus mi ha cambiato la vita. A volte devi essere duro”
L’ex tecnico dell’Inter ora al Tottenham si confessa in una lunga intervista. Parole e sentimenti di uno dei tecnici più vincenti dell’era moderna.
Torna a parlare ai microfoni di Sky Sports Antonio Conte. Un salto nel passato e un percorso da vincente ancora da scrivere. “Il mio idolo da adolescente era mio padre. Non era un campione ma giocava e poi diventò il proprietario di un piccolo club. Ricordo molto bene l’idolo di mio padre che era Pelé, me ne parlava molto. Anch’io nel calcio penso che Pelé e Maradona siano stati i migliori giocatori che possa ricordare“. Antonio Conte è da sempre sinonimo di vittoria. “Onestamente ho vinto tanti trofei (ride, ndr) ma se mi chiedete i numeri adesso è difficile, data la mia carriera sia da giocatore che da tecnico. Ho vinto tanto ma allo stesso tempo posso dirvi che ho perso tanto. Ho perso molte finali ma penso che ciò sia un bene, perché a volte quando perdi diventi più forte, poi vuoi provare ad evitare la sconfitta e di sentire la stessa delusione. Per questo penso che molte volte perdere sia stato un bene“.
“Il momento che ricordo molto bene e che ha cambiato la mia vita è stato il mio approdo alla Juventus dal Lecce. Poi ho giocato per 13 anni nella Juventus, era il momento giusto. Da tecnico penso alla mia prima esperienza ad Arezzo, è stata quella più importante. Dopo questa esperienza sono diventato un allenatore, non prima”. Sullo spogliatoio. “Sono stato fortunato nel mio periodo alla Juventus, in cui ho giocato con giocatori fantastici. Zizou Zidane era uno di questi, Del Piero un altro, ma anche Gianluca Vialli, Roberto Baggio… È molto difficile per me dirvene solo uno”. E i migliori che ha allenato? “Anche questa domanda non è semplice. Penso a due giocatori con cui ho giocato e che poi ho anche allenato: Alessandro Del Piero e Gianluigi Buffon. Con loro ho avuto due esperienze, prima come compagno e poi come loro tecnico. Due giocatori fantastici”.
Per quanto riguarda la vita da tecnico, Conte ammette di avere un carattere rigido: “A lavoro mi piace fare le stesse cose ma ci sono momenti in cui devi essere duro, perché quando sei l’allenatore devi gestire un gruppo di 50-60 persone, non solo giocatori, ma ricordatevi che ci sono anche lo staff, i medici, i media e molti altri. Devi essere duro. Non mi piace farlo, ma a volte devo“. Conte è da sempre un tecnico che coinvolge i tifosi e trasmette tutta la propria passione per il calcio. “Mi piace che il pubblico nutra la partita, sentire i tifosi nella partita insieme a noi. Adoro questo tipo di atmosfera. Ricordo molto bene la mia prima esperienza in Inghilterra, una volta segnammo l’1-0 al 94′ contro il West Ham e io abbracciai le persone lì vicine al campo. In quei momenti vivo con passione, la pressione è molto alta e quando sei felice vuoi condividere la tua felicità con i giocatori, con la staff e con i tuoi tifosi”.
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