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Codici per i biglietti della finale di Champions, proteste e sospetti crescenti sull’operato dell’Inter
Continuano le proteste tra i tifosi interisti per la gestione dei codici utili all’acquisto dei biglietti della finale di Champions League contro il PSG.
La distribuzione dei codici per acquistare i biglietti della finale di Champions League tra PSG e Inter ha scatenato il malcontento di una parte consistente della tifoseria nerazzurra. Dopo le lamentele della Curva Nord, anche molti abbonati di lunga data hanno sollevato dubbi sul sistema adottato dal club. Numerosi tifosi, con alle spalle oltre dieci anni di fedeltà, hanno segnalato di non aver ricevuto alcun codice, nonostante le promesse iniziali. Il malumore si è diffuso rapidamente, soprattutto sui social, dove sono state condivise testimonianze di delusione e frustrazione. Sotto accusa il sistema usato dalla società.
Crescono i sospetti sulla distribuzione
Le critiche hanno assunto maggiore consistenza dopo la pubblicazione di un video di Sportitalia. Nel contenuto diffuso online, il canale riferisce: “Sembrerebbe che l’Inter abbia gestito la distribuzione dei codici in modo assolutamente non trasparente, dalle conferme che ci arrivano. Ci sono arrivate decine di mail, messaggi e direct”. L’indicazione di una mancanza di criteri chiari ha rafforzato l’idea di un processo non lineare. In sottofondo, un audio fa sentire la voce di un tifoso: “Posso confermarvi che c’è gente che ha ricevuto il codice con due anni di abbonamento o senza nemmeno essere abbonati o iscritti all’Inter Club”. La diffusione di segnalazioni simili ha alimentato il senso di ingiustizia in molti appassionati.
Alcuni codici sarebbero finiti in vendita
C’è poi anche un’accusa ben più grave: un tifoso protagonista dell’audio racconta che “c’è gente che ha richiesto i codici e poi li ha venduti”. Una pratica vietata, che se confermata aprirebbe uno scenario molto delicato. Anche la risposta del servizio clienti dell’Inter ha generato nuove discussioni: secondo alcuni utenti, il sistema informatico della società riconosce al massimo dieci anni di anzianità. Di fatto pare che alcuni storici sostenitori sono rimasti senza biglietto, mentre altri, meno legati al club, avrebbero avuto accesso facilitato.
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