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“Ci serve una spinta”: Barella tra stanchezza, voglia di ripartire ed un emblematico aneddoto su Chivu

Nicolò Barella ha parlato dall’America dell’Inter, tra bilanci personali, nuove sfide e riflessioni sul futuro: ecco cosa ha raccontato.
Dagli Stati Uniti arriva la voce di Nicolò Barella, centrocampista nerazzurro, protagonista di un’intervista concessa a DAZN nel centro sportivo dei Seattle Seahawks. Tra riflessioni e sorrisi, il numero 23 dell’Inter ha raccontato il suo primo impatto con la cultura sportiva americana, soffermandosi sulla professionalità e sull’atmosfera che si respira nei centri d’allenamento locali. “Ci sono cose che in Europa non si vedono spesso”, ha spiegato Barella, sottolineando l’importanza di vivere esperienze diverse. L’occasione è il Mondiale per Club, primo grande appuntamento della stagione per l’Inter. Un obiettivo dichiarato che richiama l’intensità dello scorso anno, quando la squadra ha dato battaglia su tutti i fronti, senza però riuscire a sollevare trofei. “Lo slogan ‘bisogna competere sempre’ lo condivido al 100%”, ha detto Barella, ribadendo come il gruppo sia pronto a reagire dopo un’annata vissuta a pieno, tra alti e bassi che hanno lasciato un segno profondo: il sardo ha ammesso di aver parlato a lungo coi compagni della debacle in finale di Champions e di essere giunto ad una conclusione
Cambiamenti in panchina e motivazioni ritrovate
Nel corso dell’intervista, Barella ha affrontato anche il passaggio da Simone Inzaghi a Cristian Chivu. Senza mai nascondere la sorpresa per la separazione dall’ex allenatore, ha voluto esprimere riconoscenza per i quattro anni vissuti insieme, definiti “fantastici” dal punto di vista umano e professionale. “Ringrazio lui e il suo staff per tutto quello che ci hanno dato”, ha dichiarato con decisione. Oggi, il riferimento in panchina è Chivu, figura già nota a Barella per i contatti avuti in passato ad Appiano Gentile. Il centrocampista ha evidenziato alcune qualità dell’attuale allenatore, come la capacità di percepire i bisogni dei giocatori nei momenti più complessi. Un episodio in particolare ha colpito Barella: il gesto del mister nel chiedere un applauso per Valentin Carboni, dopo il gol segnato contro l’Urawa. “L’ha fatto tornare a sorridere, queste cose contano”, ha spiegato.
L’ammissione finale su condizione e obiettivi
Barella ammette senza esitazioni di aver chiuso la stagione passata con un senso di stanchezza, sia fisica che mentale. “Non ero lucidissimo”, ha spiegato, aggiungendo di essere autocritico e consapevole di non essere un giocatore che decide le partite da solo. “Ho bisogno della squadra”, ha sottolineato, indicando nel collettivo l’unica via per tornare competitivi. Parole oneste anche sulla fase difensiva, definita il punto debole da correggere per migliorare il rendimento: “Non prendere gol dev’essere la nostra forza, ci è mancata e stiamo lavorando per ritrovarla”. Infine, un messaggio ai tifosi: “Ci stiano vicini, si fidino del mister e della società. Daremo tutto”. Nessuna promessa, solo la volontà di costruire una nuova stagione a testa alta.
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