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C’è un errore nascosto all’origine del crollo dell’Inter: risale all’estate scorsa

Il momento dell’Inter è delicato ed è arrivato proprio nel momento in cui si decide l’assegnazione di trofei.
Il tema fisico è tornato centrale nei ragionamenti dell’Inter. Se confrontata con la stagione passata, la differenza più netta sembra riguardare proprio la tenuta atletica. L’estate scorsa, infatti, lo staff tecnico non ha avuto a disposizione il gruppo al completo per svolgere un lavoro uniforme. Il ritorno a singhiozzo dei nazionali ha inciso sin da subito sull’equilibrio generale. Chi tornava dall’Europeo, chi dalla Coppa America: ogni giocatore ha seguito tempistiche diverse, e questo ha creato scompensi difficili da recuperare in corsa. Il programma iniziale è stato quindi adattato alle esigenze di ciascuno, ma non sempre con risultati convincenti. Quanto accaduto nell’ultima tremenda settimana non succedeva da tempo e può essere dovuto ad aspetti che in pochi hanno considerato.
Troppe variabili, pochi correttivi reali
Secondo La Gazzetta dello Sport, una delle criticità sarebbe stato l’utilizzo precoce di alcuni elementi cardine. Thuram e Lautaro, ad esempio, si sono aggregati al resto del gruppo prima del previsto per compensare l’assenza di Taremi, infortunato. Il dubbio resta: è stato chiesto troppo? I numeri parlano chiaro. Lautaro ha ritrovato una condizione accettabile solo nel 2025, dopo mesi di evidente fatica. Thuram ha retto fino a gennaio, per poi mostrare segni di cedimento. La cosiddetta “ThuLa” non è mai riuscita a offrire prestazioni continue al massimo livello. Una gestione più attenta, soprattutto sul piano individuale, avrebbe forse evitato cali così marcati nei momenti chiave. A questo si è aggiunto il problema di un calendario più stressante del previsto.
Un dispendio che ha lasciato il segno
Anche la nuova Champions League ha inciso più di quanto si possa pensare. Non si è trattato solo di due gare in più, ma di una pressione costante prolungata per mesi. L’Inter è arrivata a gennaio con la qualificazione ancora aperta, quindi con l’obbligo di mantenere alta l’intensità sia mentale che fisica. Il corpo, come la testa, ne ha risentito. Lo staff nerazzurro è ora al lavoro per analizzare ogni passaggio della stagione, compresa la distribuzione degli sforzi e la rotazione degli uomini. Un errore che non potrà ripetersi nel 2025/26, soprattutto con un’estate alle porte che sarà tutt’altro che semplice. Il Mondiale aggiungerà un altro ostacolo: molti titolari non avranno pause reali, passando dalle nazionali al club senza tregua. La programmazione dovrà tener conto di tutto questo. Perché una stagione può sfuggire dalle mani anche quando la rosa è competitiva: basta sbagliare qualcosa all’inizio per rincorrere fino alla fine.

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