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Batosta Thuram, Chivu ha un problema: suona l’allarme Inter

A Cristian Chivu la fortuna sembra non arridere molto. Oltre a un mercato che si è improvvisamente inceppato, il tecnico dell’Inter si trova a dover gestire la spinosa situazione Marcus Thuram.
All’Inter la priorità delle prossime ore resta liberare risorse. Senza cessioni, il mercato in entrata rimane inchiodato: difesa da completare, un esterno offensivo nel mirino, e la sensazione che per fare almeno un paio di innesti serva un’uscita capace di generare cassa vera. In questo quadro, a sorpresa, il nome che rimbalza nei corridoi è quello di Marcus Thuram. Non perché manchino estimatori, ma perché è uno dei pochi asset in grado di garantire una plusvalenza significativa immediata. Un’idea che fino a inizio estate sarebbe sembrata fantascienza, considerando l’impatto del francese nel suo primo anno a Milano e la chimica costruita con Lautaro Martínez. La sessione in corso, però, ha tolto all’Inter l’effetto-vela: l’inseguimento logorante a Ademola Lookman si è sfilacciato, i tempi si sono dilatati e i margini per operare si sono ristretti. Ecco perché non è un tabù considerare l’eventualità di una cessione “pesante” per finanziare tre mosse mirate (un difensore, un esterno offensivo, un jolly di reparto).
I rapporti tra Thuram e Chivu, cominciano a scricchiolare e di mezzo non c’è solo il mercato, ma dinamiche pregresse che hanno già indirizzato il futuro del francese verso una strada incerta. Il nuovo arrivato Bonny sta dando più certezze e su Lautaro Martinez non c’è neanche bisogno di spendere troppe parole. Di fatto, il Thuram di inzaghiana memoria, la prima, sembra solo uno spettro che passeggia per Appiano Gentile. Se non sarà il mercato a parlare, potrebbero essere le scelte drastiche di Cristian Chivu.
Il caso-Thuram: involuzione, gerarchie in discussione e un messaggio forte da Chivu
Se la prima stagione nerazzurra aveva certificato un colpo a parametro zero da manuale, l’ultimo semestre ha lasciato squilli decisamente più deboli. Dopo un avvio da protagonista – doppia cifra in campionato, contributo prezioso in Europa, Thuram ha vissuto una parabola discendente. Tra fine inverno e primavera sono arrivati noie alla caviglia e fastidi agli adduttori che ne hanno limato lo strappo e, soprattutto, la brillantezza nelle scelte. Da lì in avanti, prestazioni più intermittenti e meno impatto nei grandi appuntamenti (fanno eccezione poche notti europee), fino a un finale di stagione che ha acceso più dubbi che certezze. Il punto, oggi, non è solo fisico. Le voci sul rinnovo – con la richiesta di avvicinarsi all’ingaggio di Lautaro – hanno irrigidito il contesto, mentre lo spogliatoio ha ritrovato riferimenti solidi proprio nel capitano, arrivato al ritiro in condizioni impeccabili e subito leader in campo e fuori. In questo scenario, Chivu ha scelto di non vivere di rendita: le gerarchie non sono granitiche e non c’è spazio per eccezioni al principio cardine del suo metodo, “gioca chi sta meglio”.
Il segnale è arrivato chiaro già nelle amichevoli: Bonny, rientrato prima e in forma, si è guadagnato minuti e fiducia, al punto da insidiare l’intoccabilità della storica “Thu-La”. Non è un processo sommario né un processo alle intenzioni: è una lettura tecnica che incrocia dati fisici, disponibilità al lavoro senza palla e profondità attaccata con continuità. A tutto ciò si somma un contesto ambientale non sempre sereno attorno al francese, qualche gesto social di troppo che ha fatto rumore tra i tifosi, che non aiuta a stemperare il clima. Tradotto: Thuram oggi è chiamato a una risposta netta. Ritrovare corsa, aggressione del primo passo e presenza in area; rimettere il pallone al centro del villaggio, lasciando ai procuratori la partita del contratto. Chivu non guarda in faccia a nessuno e non esita a spostare gli equilibri se il campo lo suggerisce.
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