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Ausilio: “Inzaghi è una persona geniale e pigra, non è mai stato vicino all’esonero, sempre pensato che Thuram fosse un 9”
Il direttore sportivo dell’Inter Piero Ausilio ha rivendicato come lui fu una delle prime persone ad intuire le potenzialità del francese.
Piero Ausilio a Radio TV Serie A ha parlato anche di Simone Inzaghi: “Semplice, umile, geniale e pigro. E’ uno dei più simpatici conosciuti nel mondo del calcio, ma ha una sua routine, esigenze che non sposti neanche con le cannonate. E’ geniale, ha talento ed è ancora giovane. Ha buon gusto per il calcio giocato di qualità e fa star bene tutti. Ha creato un bel gruppo e si vede, i risultati non sono solo frutto della prestazione, ma anche di star bene insieme e di voler condividere tempo e spazi“.
Possibilità di esonero
“Non è mai stato vicino all’esonero. Sono strasincero, non è nella cultura di Zhang e Marotta. Marotta credo non abbia mai esonerato un allenatore in 40 anni di calcio, men che meno io. Era un momento di difficoltà, ma sapevamo che serviva la forza dell’unità e anche che fossero spronati, pungolati, con la giusta attenzione alle cose che non andavano. Siamo stati tutti bravi a venirne fuori e a iniziare il cammino pazzesco degli ultimi due mesi che ci ha portato alla qualificazione in Champions, alla finale di Coppa Italia e a Istanbul. Esonero mai preso in considerazione, non è nella cultura dei dirigenti dell’Inter”.
Sul figlio d’arte
“La prima volta che ho pensato a lui è stata dopo la cessione di Lukaku al Chelsea. Non sapeva neanche di essere una prima punta. Venne preso Dzeko a 0 dalla Roma, ma ci mancava il secondo attaccante per completare il reparto con Lautaro. Era il prescelto, ma si infortunò: avevo già parlato con lui e il papà, la negoziazione andava avanti spedita anche grazie a Mino Raiola, che approfitto per ricordare. Avevamo quasi definito tutto, ma la domenica precedente l’incontro definitivo si fece male al ginocchio e dovemmo cambiare obiettivo. Quegli incontri furono la base. Fui il primo a dire a Lilian che suo figlio poteva diventare attaccante centrale, me lo ha ricordato l’altro giorno. Il nostro progetto era finalizzato e mirato su di lui, il vantaggio ce lo siamo presi”.
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